La Filarmonica della Scala torna a suonare: l’intervista al vice presidente – VIDEO

Nonostante le difficoltà imposte dal Covid 19 e dalle restrizioni per il contenimento dell’epidemia, la Filarmonica della Scala torna ad allietare gli appassionati di musica classica e dopo i duri momenti di lockdown si esibisce virtualmente in occasione del 50esimo anniversario della morte di Igor Stravinsky, uno dei compositori più importanti del 900.

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Teatro Scala (Getty Image)

La Filarmonica, fondata da Claudio Abbado nel 1982 insieme ai musicisti scaligeri, sarà diretta dal grande maestro Riccardo Chailly. Noi di YesLife abbiamo incontrato il maestro Damiano Cottalasso, violinista e vice presidente della Filarmonica che ci ha spiegato quali sono i progetti in cantiere.

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L’intervista al vice presidente della Filarmonica: “Non abbandoniamo la speranza”

damiano cottalasso
Damiano Cottalasso

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Maestro Damiano Cottalasso, la Filarmonica della Scala sta preparando un evento molto importante, di cosa si tratta?

Sarà un concerto che registreremo perché le condizioni attuali non ce lo consentono. Questo concerto verrà trasmesso l’8 aprile in onore dell’anniversario della morte di Igor Stravinsky. In questo concerto presentiamo due dei suoi brani più famosi: “La sagra della primavera” e “L’histoire du soldat”. 

Maestro Cottalasso, come stanno vivendo questo momento così complicato i lavoratori della Scala?

E’ un momento difficile, abbiamo dovuto adattarci a una situazione che non era prevedibile. Per noi la presenza del pubblico è fondamentale ed è parte integrante dei nostri spettacoli. Quando noi eravamo alle prime armi i nostri maestri ci dicevano che se avessimo voluto un’esecuzione perfetta ci saremmo dovuti dimenticare del pubblico e concentrarci sulla musica da eseguire. Ecco noi oggi dobbiamo fare il contrario cioè concentrarci e pensare che il pubblico sia in sala per trovare la motivazione ed eseguire il concerto”. 

Cosa si sente di dire ai giovani artisti in difficoltà e a tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo che al momento non sono tutelati?

Il messaggio di speranza è che noi tutti pensiamo e speriamo che questo sia un momento passeggero. Direi a tutti di pensare alla musica e di lasciarsi guidare da essa. Ecco questo è un messaggio di speranza perché ognuno di noi non può fare a meno di sentire musica, di partecipare a concerti, opere balletti. Questo è un momento difficile per tutti, lo è per noi che avevamo un’attività pianificata e regolare con una presenza di pubblico costante al Teatro alla Scala”.

Cosa avete fatto per reinventarvi?

In questo anno così difficile abbiamo dovuto reinventarci in tantissime cose. L’anno scorso durante il periodo di lockdown più rigido abbiamo pensato a un’iniziativa molto popolare ed è stata quella  di organizzare dei concerti per quando ci sarebbero state le prime aperture e questi concerti sono stati organizzati nelle piazze e nei cortili della città di Milano. Sono stati eventi molto belli e gratuiti, l’orchestra era divisa in otto gruppi con tutti gli elementi che suonavano contemporaneamente in piazze e cortili della città. In questo caso ci siamo reinventati e non era una cosa usuale per il Teatro alla Scala di Milano. Tutto questo, insieme con il calore del pubblico che ci ha seguiti, ci ha dato nuova energia per pensare ai nostri prossimi eventi. Il fatto di vedere una luce in fondo al tunnel ci da l’opportunità di pensare a nuove iniziative”.

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Dopo la pandemia cambierà anche il modo di fare spettacolo?

Secondo me no. Lo spettacolo deve riprendere dal vivo e con le modalità alle quali eravamo abituati prima. Questo connubio fra esecutore e ascoltatore si è creato nel corso dei secoli e deve rimanere tale”.

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