Peligro, tra rap e contaminazioni: “La chiave per una nuova vita”

La nostra intervista a Peligro che torna con un nuovo singolo che anticipa il suo prossimo lavoro. Un invito a non nascondersi dietro gli “Alibi”

Peligro nuovo singolo
Peligro (Foto by Veronica Argentiero)

Torna con un nuovo singolo e un nuovo video, Peligro, il giovane rapper e cantautore milanese, che anticipa con un brano inedito il suo prossimo EP, “THE IKIGAI SERIES VOL. 1” di prossima uscita.

Si chiama “Alibi” la sua nuova canzone, un brano dalle marcate sonorità elettroniche che racconta le difficoltà da superare per raggiungere un obiettivo che ci siamo prefissati. Insomma un invito a fare sempre meglio e a non demoralizzarsi. Non serve nascondersi dietro i propri alibi ci racconta Peligro nel testo e nel video, girato in un cinema abbandonato appena fuori Milano in un’atmosfera particolare che ripropone quasi delle scene post-apocalittiche.

Peligro, all’anagrafe Andrea Mietta, classe 1992, ha fatto il suo esordio nella musica ben dieci anni fa quando il produttore Hernan Brando lo ha ascoltato per la prima volta improvvisare su un beat e, intravedendo del potenziale, ha deciso di proporgli di lavorare insieme. Da lì in poi il giovane non si è più fermato arrivando nel 2018 a lavorare con uno dei produttori storici del rap italiano. Ci ha raccontato tutto questo nella nostra intervista.

Peligro, è da poco uscito il tuo nuovo singolo “Alibi”, un invito a non inventare “scuse” ma andare avanti per raggiungere i propri obiettivi? 

Esatto, “Alibi” voleva essere proprio questo: un incentivo a non nascondersi dietro le giustificazioni, ma ad affrontare gli ostacoli che la vita ci presenta.

Come è nata questa canzone? 

Questa canzone è nata innanzitutto da un lavoro di ricerca del suono, dell’equilibrio perfetto tra rap e pop, tra testo e melodia.

“Alibi” è tratto dall’EP di prossima uscita “The Ikigai Series vol. I”, anticipaci qualcosa 

Più che un EP, mi piace definirlo un percorso. Sono molto emozionato, tengo molto a questo progetto e spero che chi ne usufruirà possa provare le emozioni che ho provato io realizzandolo.

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Hai scelto il rap come espressione musicale, perché? E cosa rappresenta per te? 

Il rap è il genere musicale con cui sono nato: più che averlo scelto, è lui che ha scelto me. Il punto è come – negli anni – ho cercato e continuo a cercare di evolvermi musicalmente mantenendo ben salde le mie radici, ma cercando di portare i miei rami dove non sono mai stati.

E il tuo nome come nasce? 

Il mio nome d’arte è un parto della mente di Hernan Brando, mio storico produttore e fraterno amico. Lui è argentino, di Buenos Aires, quindi madrelingua spagnolo. Una mattina mi ha telefonato e mi ha detto che aveva sognato che io mi sarei chiamato Peligro. Sul momento ci abbiamo riso sopra, ma poi il nome ci suonava e abbiamo deciso di tenerlo.

Pensi che oggi il rap sia un genere che è riuscito a scavalcare alcuni pregiudizi? 

Ormai il rap è un genere musicale vecchio, quasi nessuno fa più rap – io stesso non faccio più rap “e basta” da diverso tempo. Il rap negli anni ha sicuramente superato molti pregiudizi, ma chi fa rap oggi – secondo me – deve imporsi di puntare a qualcosa di diverso: mescolare il rap con altri linguaggi può essere la chiave per dargli nuova vita.

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Nel tuo percorso professionale l’incontro con Marco Zangirolami, storico produttore e sound engineer del rap italiano, quanto è stato importante per te?

Tantissimo. Marco è un genio e un grandissimo professionista, è un privilegio poter lavorare con lui.

FRANCESCA BLOISE 

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