Disastri aerei: Volo United Airlines 811, 9 morti e 38 feriti – VIDEO

La tragedia ad alta quota è avvenuta nel lontano 24 febbraio 1989, poco dopo il decollo del Boeing 747-122 dall’Aeroporto di Honolulu.

Boeing
Boeing (Photo by Stephen Brashear/Getty Images)

La tragedia ad alta quota è avvenuta nel lontano 24 febbraio 1989. In aria, il volo 811, appartenente alla linea United Airlines, sarebbe dovuto arrivare all’Aeroporto Internazionale Kingsford Smith, Sydney, Australia: una destinazione mai raggiunta. Partito dall’Aeroporto Internazionale di San Francisco, Stati Uniti, il Boeing 747-122, aereo a fusoliera larga quadrigetto, ha subito registrato un grave problema a livello della cabina: l’inaspettata decompressione esplosiva (ED) poco dopo il decollo ha provocato una falla nella fusoliera, da cui furono aspirate all’esterno alcune fili di sedili.

LEGGI ANCHE >>> Doccia dell’orrore: ritrovato morto con un soffione in gola

Le dinamiche dell’incidente: 9 morti

Boeing
Boeing (Getty Images)

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Vasto incendio in una fabbrica storica: morto vigile del fuoco- VIDEO

Il volo 811, capitanato da David Cronin, con la supervisione dell’ufficiale Al Slader e l’ingegnere di volo Mark Thomas, lasciò l’Aeroporto Internazionale di Honolulu, Hawaii (Stati Uniti) alle ore 01:52 (UTC-10) con a bordo 337 passeggeri (su 355 occupanti) e 15 assistenti di volo. Durante il decollo, la rotta è stata deviata per evitare un improvviso temporale. Verso le 02:08, raggiunta quota 6.700/7.000 m.; prima un rumore stridente, poi un forte tonfo scossero l’intera struttura.

Un portellone della stiva anteriore si era completamente distaccato dall’aereo. L’improvviso calo di pressione aveva difatti provocato il cedimento del pavimento della cabina proprio al di sopra del portellone, provocando la fuoriuscita di ben 10 sedili (da 8G e 8H a 12G e 12H) e di un passeggero seduto al posto 9F. Il bilancio totale delle vittime annovera 9 morti (nessuno aveva occupato i posti 8G e 12H) e 38 feriti. Tra questi ultimi c’era anche un’assistente di volo: risucchiata all’esterno, la donna riuscì a salvarsi aggrappandosi a un sedile.

Dichiarata l’emergenza, i piloti iniziarono a scendere di quota per raggiungere un’altitudine dove l’aria fosse respirabile poiché la decompressione incontrollata aveva devastato persino il sistema di alimentazione delle maschere per l’ossigeno terapia. Il velivolo compì una virata di 180 gradi e in 14 minuti riuscì a tornare all’Aeroporto Internazionale di Honolulu. L’aereo è stato evacuato in meno di 45 secondi. Molto probabilmente all’origine dell’incidente vi è un difetto e un errore nella progettazione del meccanismo di bloccaggio del portellone della stiva del Boeing.

Se vuoi essere sempre informato in tempo reale e sulle nostre notizie di gossip, televisione, musica, spettacolo, cronaca, casi, cronaca nera e tanto altro, seguici sulle nostre pagine FacebookInstagram e Twitter

Difatti, per aumentare lo spazio di carico, i portelloni del Boeing 747 sono costruiti per aprirsi verso l’esterno, necessitando pertanto di un efficiente meccanismo di bloccaggio.

 

Impostazioni privacy