Governo, ritardo per l’approvazione del Piano: cosa succede nella maggioranza?

Superbonus, Quota 100 e governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono i temi caldi su cui si scontra la maggioranza: cosa succede ora?

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Governo, Palazzo Chigi (Getty Images)

Superbonus del 110%, Quota 100 e la governance del Pnrr, cioé il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ecco i temi caldi su cui si scontrano le forze di maggioranza. Un dibattito ancora rovente, che ha portato a un nuovo rinvio del Consiglio dei ministri per votare il Piano che serve per ricevere i sostegni del Recovery fund. Ma il tempo è tiranno: il Governo deve consegnarlo all’Ue entro il 30 aprile, e già lunedì 26 il Parlamento attende di conoscerne a fondo i contenuti.

Per mantenere l’equilibrio all’interno del governo Draghi, infatti è necessario che tutti i partiti concordino sui punti illustrati nel Piano. Ma al momento il confronto è ancora in corso, tant’è che da Palazzo Chigi fanno sapere che il ritardo sarebbe dovuto “a un lavoro di rifinitura complesso” per la revisione del testo. Cosa succede nella maggioranza?

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Governo, in ritardo l’approvazione del Piano: che succede nella maggioranza?

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Il presidente del Consiglio, Mario Draghi (Getty Images)

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Ad esempio il Movimento Cinque Stelle, Forza Italia e Partito democratico spingono per la proroga del Superbonus al 2023, con risorse aggiuntive. Si è espresso anche l’ex premier Giuseppe Conte: “La transizione ecologica è una priorità, un’occasione imperdibile per il nostro Paese, e il Superbonus 110% è una misura fondamentale“. Anche la ministra per le Autonomie, Maria Stella Gelmini, ha sentito il ministro dell’Economia Daniele Franco, per ottenere chiarimenti e garanzie. E lui avrebbe promesso nuove risorse da inserire nella prossima legge di bilancio.

In tema di pensioni, la Lega vuole il rinnovo di Quota 100, che altrimenti scadrebbe a fine anno, sebbene resterebbero misure mirate per chi svolge mansioni logoranti. Poi c’è il nodo della governance del Piano, che i 5S ritengono troppo accentrato. Invece delle soluzioni proposte finora, i Pentastellati vorrebbero una gestione del Mef con la supervisione del governo.

Il Partito Democratico invece punta a inserire nel testo del Pnrr una clausola per aumentare l’occupazione giovanile e femminile. Ciascun progetto finanziato col Recovery fund dovrebbe quindi avere una quota obbligatoria per donne e under 35. E poiché il 40% delle risorse sono destinate al Sud, questo avrebbe un impatto proprio sui territori che maggiormente soffrono la disoccupazione. Il segretario dem Enrico Letta ha sottolineato che “questo significherebbe poter cambiare il mercato del lavoro soprattutto al Sud, dove l’esclusione di donne e giovani è più drammatico“.

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Parlamento (Gettyimages)

Le discussioni in seno alla maggioranza però, non termineranno adesso, dato che il testo del Piano sarà dibattuto in Parlamento e poi tornerà in Consiglio dei ministri prima dell’invio definitivo a Bruxelles. E dall’impulso dei parlamentari potrebbero emergere criticità e novità rilevanti per apportare le ultime modifiche al documento.

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