Caso Denise Pipitone, parla l’ex procuratore: “Questi i fatti, che rabbia”

Sono ore cruciali sul caso di Denise Pipitone. Dopo 17 anni la verità va ricercata a Mazzara Del Vallo. Le inviate de “La vita in diretta” raccontano dei particolari durante la puntata del 12 maggio.

 

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A Scalea, in provincia di Reggio Calabria, è stata segnalata la somiglianza di una ragazza di nome Denise, 19 anni, origini rumene, con la piccola Denise Pipitone scomparsa da Mazzara Del Vallo il primo settembre 2004.

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Nuovi aggiornamenti sul caso della scomparsa di Denise Pipitone

 

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Non c’erano elementi che potessero realisticamente portare a una soluzione diversa. C’erano elementi totalmente incompatibili con quelli della vicenda di Denise Pipitone“. Sono queste le parole della criminologa Roberta Bruzzone in collegamento con lo studio de “La vita in diretta”.

Un gran polverone a Scalea intorno a Denise, la ragazza rumena di 19 anni la cui somiglianza con Denise Pipitone ha fatto scattare immediatamente i controlli del caso. La giovane che da un lato era contenta di ricevere attenzione mediatica ma dall’altro il suo gruppo era visibilmente infastidito.

Ero andata da un compro oro per vendere un braccialetto – racconta la ragazza rumena – così ho ricevuto delle segnalazioni per la mia somiglianza don Denise Pipitone ma io non sono lei. C’è anche il mio certificato di nascita ma sono disposta a fare il test del Dna per far stare tranquilla la mamma della bambina. Della mia infanzia ricordo di essere stata con i miei nonni, ho avuto una vita normale e tranquilla“.

La pista dei rom con l’ipotesi che Denise sia passata di mano in mano rimane sullo sfondo ma bisogna sottolineare che c’è qualcuno che indaga a Mazzara Del Vallo, là dove tutto è iniziato.

Uno dei nodi cruciali della vicenda è stato l’affidabilità dell’alibi di Anna Corona. Le due persone maggiormente attenzione di quella mattinata sono state lei e sua figlia Jessica e in base a quello che risulta agli atti fa sì che non abbiano un alibi solido“, commenta la criminologa Roberta Bruzzone.

 

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L’ex Procuratore Alberto di Pisa, entrato nell’inchiesta nel 2008 cioè 4 anni dopo la scomparsa di Denise. Anche lui ammette che ci sono stati degli errori e ha sempre riconosciuto l’elemento della dinamica familiare complessa.

Il procuratore ha le idee chiarissime – dice la corrispondente da Mazzara Del Vallo – secondo lui la bambina è stata vittima di odio familiare. Noi abbiamo avuto questo convincimento in tre gradi di giudizio e c’era la rabbia di non aver potuto trasformare gli indizi in una prova. Lui dice che ci sono almeno quattro persone che sanno cioè Jessica Pulizzi e il fidanzato, Anna Corona e una sua amica che l’ha avvertita delle intercettazioni“.

Le dichiarazioni dell’ex Procuratore Alberto di Pisa sono sconvolgenti. “La bambina quel giorno viene prelevata da Jessica e la consegna a qualcuno che a sua volta la dà agli zingari. Il caso di Denise troverà soluzione nel momento in cui si faranno nuovi rilievi“.

Il dottor Di Pisa – dichiara la criminologa Bruzzone – fa delle affermazioni precise che a mio modo di vedere tratteggiano la pista principale considerata da un certo momento in poi. La pista tratteggiata dall’ex procuratore in modo coraggioso rimane a mio parere l’unica“.

Depistaggi, malafede, omertà ed errori investigativi non hanno permesso di arrivare alla verità sul caso di Denise Pipitone.

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