Disastri aerei, volo Air Morea 1121: 20 vittime, 0 superstiti

La tragedia ad alta quota risale al 9 agosto 2017, quando il Havilland Canada DHC-6 Twin Otter precipitò in mare.

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Aereo (Getty Images)

Il disastro aereo del volo Air Morea 1121 coinvolse un Havilland Canada DHC-6 Twin Otter. Il giorno dell’incidente il velivolo, marchio F-OIQI, trasportava 20 occupanti, di cui 19 passeggeri e 1 membro dell’equipaggio. Il volo nazionale avrebbe dovuto collegare l’aeroporto di Moorea, alla stazione di Faa’a, Papeete, nella Polinesia francese. La durata di volo prevista era di 7 minuti, ma la destinazione non fu mai raggiunta poiché l’aeromobile precipitò in mare poco dopo la partenza. L’origine dell’incidente fu individuata in una perdita di controllo dell’andamento di volo a causa della rottura del cavo dell’equilibratore. Il bollettino delle vittime fu drammatico: nessuno sopravvisse all’impatto.

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Le dinamiche dell’incidente

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Aereo (Getty Images)

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Protagonista del disastro fu un Havilland Canada DHC-6 Twin Otter con numero di serie 608. Il velivolo operò il primo volo nel febbraio del 1979 prima di essere consegnato alla compagnia ACES. Il passaggio all’Air Moorea avvenne il 15 novembre 2006. La struttura bimotore turboelica prevedeva l’attività Pratt & Whitney Canada PT6A-27. Il giorno della tragedia, in circa 27 anni l’apparecchio aveva collezionato ben 30 833 ore di volo alle spalle, suddivise in 55 044 cicli di decollo e atterraggio.

Ai comandi del cockpit vi era Michel Santeurenne. L’aviatore 53enne aveva alle spalle 3500 ore di volo, di cui 110 per Air Morea. I problemi a bordo si verificarono sin dall’inizio, quando il pilota ritirò i flap raggiunta l’altitudine di 110 metri. Dopo il decollo, l’aviatore perse il controllo del beccheggio dell’aeromobile, con conseguente schianto in picchiata nel mare. Secondo le ricostruzioni degli ispettori, un fattore che incise considerevolmente nell’incidente fu l’elevata frequenza di decolli e atterraggi: i continui cicli causarono danni non indifferenti ai cavi dell’equilibratore. Oltre all’usura dell’apparecchio, un altro fattore contribuente al disastro fu individuato nel jet-blast dei grandi aerei che abbandonavano  l’aeroporto Faa’a.

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Aerei in linea (Getty Images)

Il Jet-blast è la turbolenza d’aria provocata dai motori degli aerei a reazioni, il cui parcheggio era vicinissimo all’inizio della pista, adibita alle manovre di decollo/atterraggio.

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