L’esercito bombarda una chiesa cattolica: 4 morti e 8 feriti

Almeno quattro le persone che hanno perso la vita la scorsa notte nell’attacco da parte delle milizie.

 

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Almeno 4 morti e 8 feriti nell’assalto da parte dell’esercito birmano. L’attacco è avvenuto la scorsa notte in un piccolo villaggio di minoranze etniche situato nello Stato di Kayah. Siamo nella parte orientale del Myanmar, dal 1° febbraio costantemente scosso dai violenti scontri tra oppositori e forze dell’ordine a causa del golpe militare con conseguente destituzione e arresto della leader democratica Aung San Suu Kyi. L’esplosione è avvenuta a Pekhon, a pochi chilometri dal centro di Loikaw, con l’obiettivo di colpire un presunto gruppo di ribelli. La notizia è stata confermata dai Gesuiti in Myanmar. A seguire i dettagli riportati dall’agenzia di stampa Fides.

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Dal 1° febbraio continua la violenza nel Myanmar

 

 

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Secondo quanto riporta l’Agenzia di stampa della Santa Sede, l’ordigno è esploso la scorsa notte, intorno all‘1:00, nei pressi dell’area religiosa dello Stato birmano con la più alta percentuale di cristiani. La deflagrazione ha danneggiato gravemente la struttura della chiesa. I media precisano che l’esplosione ha provocato il parziale crollo del tetto del luogo di culto su alcuni fedeli: il bollettino provvisorio delle vittime ha registrato almeno 4 morti e 8 feriti.

Secondo quanto riporta Persecution, il complesso della chiesa ospitava oltre 300 sfollati, ricongiunti nel sito sacro per trovare riparo dagli attacchi tra milizie dell’esercito e civili armati appoggiati da gruppi ribelli anti-golpe – meglio noti come i People’s Defense Forces (PDF) – durante il fine settimana. I Gesuiti hanno condannato l’assalto da parte delle milizie, bollandolo come “odioso crimine”. I religiosi hanno inoltre inviato un messaggio ai militari, invitandoli a “cessare immediatamente la violenza contro i civili e contro le chiese.”

Nella stessa giornata di martedì (24 maggio), Aung San Suu Kyi ha fatto la sua prima apparizione in pubblico dal 1° febbraio. Dall’aula del tribunale, la leader democratica ha rassicurato i suoi sostenitori, dichiarando che il suo partito esisterà finché esisteranno i suoi difensori.

 

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La Lega Nazionale per la Democrazia (LND) continuerà a esistere anche se sciolta” – ha precisato il legale della politica birmana – “perché il partito è stato creato per le persone; pertanto vivrà finché esisteranno le persone.”

Fonte International Christian Concern, Persecution

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