Carlo Cracco, “MasterChef”: finalmente i motivi dietro l’abbandono, i dettagli

Carlo Cracco, finalmente si fa luce sulle vicende che portarono al suo abbandono al programma di cucina più amato, Masterchef: la verità

Carlo Cracco
Lo chef Carlo Cracco a “MasterChef” (Youtube)

Era il 2017 quando Carlo Cracco partecipava alla sua ultima edizione di “MasterChef“, il programma di cucina più amato e seguito dai telespettatori, appassionati e non. La capacità del format sta proprio nell’intrigare anche i meno esperti ai fornelli, e permettere agli amanti della cucina gourmet di immedesimarsi nei protagonisti.

A permettere tali qualità è anche la personalità dei giudici sempre marcata, i quali non mancano di severità, estrema competenza e nello stesso tempo carattere, tipico di coloro che devono gestire numerose attività o dirigere un team di lavoro.

E in un gruppo di leader possono crearsi dei dissapori per differenza di visione o incomprensioni dove retrocedere è impossibile. Sembrerebbe proprio questa una delle motivazioni che avrebbe portato Carlo Cracco ad abbandonare il programma: i dettagli.

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Carlo Cracco: il retroscena

 

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Dopo l’abbandono da parte di Carlo Cracco nel ruolo di giudice a “MasterChef“, le voci su un avvenuto litigio con un altro componente del cast si fecero sempre più insistenti. Si tratterebbe di Joe Bastianich, con il quale i rapporti sarebbero sempre stati alquanto tesi, fino a un punto di rottura definitivo impossibile da risanare.

Indiscrezioni parzialmente confermate dall’imprenditore di origine statunitense, che ha rilasciato alcune considerazioni successivamente al fatto decisamente esplicite: “Carlo Cracco è un presuntuoso“, e sull’addio di quest’ultimo: “Morto un papa se ne fa un altro“.

Ma a gettare luce sulle motivazioni che hanno spinto lo chef a proseguire altrove il proprio percorso ci pensa proprio Carlo Cracco, con quanto costruito nel tempo e ancora di più con le ultime dichiarazioni rese pubbliche. In seguito all’esperienza televisiva, ha deciso di dedicarsi completamente alla sua attività, aprendone persino altre due, di cui una nella prestigiosissima Galleria Vittorio Emanuele II.

L’autorevole chef si è poi espresso sulle condizioni dei ristoratori i relazione alla pandemia da Covid 19: “Si salverà chi ha sempre lavorato sulla qualità e non sulla quantità“, aggiungendo che la carta vincente per il successo stia nel reinventarsi ogni giorno: “Io non ho mai chiuso Cracco in Galleria“.

 

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Una dedizione che non concede alcun dubbio, e permette di comprendere l’origine dell’allontanamento dalle telecamere: l’amore per la cucina, la sua.

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