Disastri aerei, volo FedEx Express 80: 2 vittime, 0 superstiti

La tragedia ad alta quota risale al 23 marzo 2009, quando il McDonnell Douglas MD-11F si schiantò durante l’atterraggio.

Disastri aerei, volo FedEx Express 80: 2 vittime, 0 superstiti
Aereo MD (Getty Images)

Il disastro aereo del 23 marzo 2009 riguarda il volo FedEx Express 80. La rotta cargo fu affidata al McDonnell Douglas MD-11F, marchio di registrazione N526FE. Il volo di linea era programmato per il trasporto merci internazionale dalla Cina al Giappone passando per i rispettivi aeroporti di Canton-Baiyun e Narita. Quel giorno l’aeromobile non riuscì mai a toccare suolo della stazione di destinazione: il velivolo perse il controllo e si schiantò durante la manovra di atterraggio sulla pista 34L.

La commissione d’indagine appurò il fattore contribuente all’incidente in un errore umano all’interno del cockpit. All’inosservanza da parte del pilota si aggiunse anche un difetto di progettazione, nonché le forti correnti di windshear. La combinazione si rivelò fatale per gli unici due occupanti del jet, il comandante e il primo ufficiale.

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McDonnell Douglas: dinamiche dell’incidente e esito dell’inchiesta

Disastri aerei, volo FedEx Express 80: 2 vittime, 0 superstiti
Aereo MD (Getty Images)

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L’incidente del 23 marzo 2009 coinvolse il trijet McDonnell Douglas MD-11F. L’aero di linea trimotore fu progettato nel lontano 1994 in versione passeggeri per rotte a lungo raggio e, dopo numerosi trasferimenti, fu acquistato dalla FedEx nell’ottobre 2004. In seguito, la compagnia Dimension Aviation lo conertì in aereo cargo. Ancora, dal 2006, l’aeromobile tornò in servizio nel 2006 spinto dai tre motori turboventola.

Come da programma, l’aereo abbandonò l’Aeroporto Internazionale di Canton-Baiyun, in Cina, e effettuò il volo in piena notte. I problemi iniziarono al sorgere del sole, durante la manovra di avvicinamento alla stazione aeroportuale di Narita, in periferia di Tokyo, circondata da forti e violente correnti di windshear. I comandanti all’interno del cockpit furono prontamente avvisati circa la presenza dei repentini cambi delle raffiche di vento dalla cabina di pilotaggio di un altro equipaggio, atterrato poco prima dell’incidente.

La tragedia avvenne durante l’atterraggio sulla pista 34L, quando il volo incontrollato fece rimbalzare tre volte l’aeromobile. L’impatto fu violentissimo e provocò la collisione dell’ala sinistra col terreno e il collasso del carrello. In seguito, la conseguente virata e il fatale incendio che provocò la completa distruzione dell’apparecchio: l’MD-11 si ribaltò e precipitò a terra incagliandosi nell’erba a sinistra della pista. I vigili del fuoco riuscirono a domare le fiamme in circa due ore.

Volo Air China 129:
Volo Air China (Getty Images)

L’Indagine fu affidata alla Japan Transport Safety Board (JTSB), la cui commissione appurò l’origine del disastro in un errore umano da parte del pilota, aggravato dalle forti correnti di windshear e in un difetto di progettazione dell’apparecchio.

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