“Non è la Rai”, arriva finalmente l’assoluzione. Il giudizio con trent’anni di ritardo

“Non è la Rai”. Il famoso varietà degli anni ’90 ideato da Gianni Boncompagni ha subito negli anni numerosi critiche. Un’autorevole voce è pronta a ritrattare

Non è la rai
Non è la rai – Instagram

Gli anni ’90 sono stati segnati dal punto di vista televisivo da un programma destinato a rimanere, nel bene o nel male, nella storia della televisione italiana come fenomeno di costume. Se siete stati adolescenti in quel decennio, sicuramente non avrete perso una puntata di “Non è la Rai”.

Il varietà ideato da Gianni Boncompagni, in onda sulle reti Mediaset (all’epoca Fininvest), ha il merito di aver concesso un primo accenno di notorietà a giovanissime ragazze che in età adulta hanno poi ricoperto ruoli importanti nello show business nostrano. Prima fra tutte ovviamente la presentatrice Ambra Angiolini, talento indiscusso che si divide oggi con sapienza tra piccolo e grande schermo. Non ci dimentichiamo di altri nomi celebri come Sabrina Impacciatore, Claudia Gerini, Miriana Trevisan, Alessia Mancini, Antonella Elia, Laura Freddi, Romina Mondello (solo per citarne alcune).

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“Non è la Rai”: il giudizio di Aldo Grasso dopo trent’anni

Non è la Rai
Le ragazze di Non è la Rai – Instagram

Mediaset ha proposto recentemente una maratona di “Non è la Rai”sul canale Extra, 163 di Sky. É stata un’occasione per fare un viaggio nel passato e rivedere con gli occhi di oggi una trasmissione tanto discussa che risale a trent’anni fa.

Fra i telespettatori c’è stato anche il critico ed esperto di storia della televisione Aldo Grasso che ha affidato il suo giudizio a riguardo alla pagine de Il Corriere della Sera.

“Ebbene sì, lo ammetto: Non è la Rai non mi piaceva, inutile fingere il contrario” – esordisce l’autorevole voce. Continua: “Con gli occhi di oggi è tutto un altro programma ed è possibile condividere molti degli elogi che hanno accompagnato l’anniversario (9 settembre 1991)”.

Il programma veniva denigrato a causa del format che vedeva sgambettare uno stuolo di adolescenti, giovani lolite, che si esibivano in balletti di dubbio gusto e cantavano in playback davanti alle telecamere.

Tuttavia, Aldo Grasso riformula il suo giudizio e sentenzia in questo modo: “Non è la Rai è stata una trasmissione che ha rappresentato uno spartiacque: nel modo di fare televisione, nel modo di vederla, non modo di rappresentare la spensieratezza”. 

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In un certo senso è stata anche un punto di chiusura con un vecchio modo di fare comunicazione. Da lì a poco avrebbe fatto il suo avvento l’era d’internet. Molti giovani hanno terminato con “Non è la Rai” il loro rapporto con il mezzo televisivo lanciandosi in un mondo nuovo

Ambra Angiolini
Ambra Angiolini – Instagram

Un encomio finale per il suo creatore, Gianni Boncompagni: “É stato uno dei primi registi a capire che la televisione bastava a sé stessa, che era in atto un processo di disintermediazione, che Ambra sarebbe stata più interessante di Enrica Bonaccorti o di Paolo Bonolis. Bastava crearle le condizioni di esprimersi direttamente ai suoi coetanei”.

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