Assente dal lavoro per il funerale del nonno: arriva il licenziamento

Un uomo di nome Carmelo Zacame, sindacalista e lavoratore per l’azienda Cooplat, si è visto notificare il licenziamento per essersi assentato per partecipare al funerale di un congiunto

Funerale
Funerale (GettyImages)

É sicuramente un fatto che farà discutere quello capitato al signor Carmelo Zacame, sindacalista e occupato presso l’azienda Cooplat, una cooperativa specializzata in pulizie e sanificazione con sede a Firenze.

L’uomo si è visto notificare il licenziamento adducendo come motivazione un’assenza ingiustificata dal posto di lavoro. Da quanto si apprende, si trovava al funerale di un congiunto, il nonno della moglie, dopo aver informato tramite un messaggio su Whatsapp che non sarebbe presente.

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Licenziato per assenza ingiustificata: era al funerale del nonno della moglie

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Licenziamento – Instagram

Il signor Carmelo Zacame prestava servizio presso la sede di Torino della cooperativa Cooplat. L’uomo è inoltre segretario nazionale dell’Assial, Associazione sindacale autonoma lavoratori.

Lo scorso 5 agosto è morto il nonno della moglie di Zacame, il quale ha avvertito tempestivamente della sua imminente assenza dal posto di lavoro per poter andare in Sicilia e assistere al funerale del congiunto. Lo ha fatto tramite un messaggio sull’applicazione Whatsapp.

Circa tre settimane dopo, il 28 agosto, in seguito a questo avvenimento, gli viene notificato un procedimento disciplinare e viene sospeso in via cautelativa dallo svolgimento del suo esercizio.

Passano pochi giorni e il 4 settembre arriva una lettera che decreta il licenziamento definitivo. A quanto pare la sua sarebbe stata un’assenza ingiustificata. Il contratto di lavoro nazionale prevede, infatti, tre giorni di lutto solamente se si tratta di parenti fino al secondo grado e non per i parenti acquisiti o affini.

Carmelo Zacame, secondo quanto riportato dal quotidiano “La Repubblica”, ha dichiarato: “Era anche mio nonno, non solo di mia moglie; l’ho chiamato così per 20 anni, io e mia moglie siamo cugini”. Adduce, inoltre, che possano esserci altre motivazioni dietro il suo licenziamento. “Sono vent’anni che lavoro per quell’azienda e sono stato messo alla porta in un attimo. Mi chiedo se non ci siano altre ragioni. In passato ci sono stati trascorsi burrascosi per la mia attività sindacale”. 

La difesa dell’azienda

Il capo del personale di Cooplat, Ignazio Roccaro, non cede e sostiene che Zacame abbia dichiarato il falso. Ha detto: “Non lo abbiamo licenziato per i tre giorni di permesso ma perché ha mentito all’azienda rompendo così il patto fiduciario con noi. Capisco che dal punto di vista affettivo potesse considerare quel parente acquisito suo nonno. C’è un contratto nazionale e mi aspetto che un sindacalista lo conosca piuttosto bene.

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Funerale – Pixabay

Il portavoce dell’azienda sostiene inoltre che i giorni di permesso sarebbero stati comunque concessi qualora il dipendente avesse detto la verità, ossia che il defunto era in realtà il nonno della moglie.

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