Smart Voting, Navalny accusa Google e Apple: “vigliacchi” e “complici”

Il nemico numero uno del Cremlino ha criticato Google e Apple per essersi piegati alle richieste di censura del presidente russo.

Caso Navalny foto messaggio avvelenamento
Alexei Navalny (Getty Images)

Il nemico numero uno del Cremlino, Alexey Navalny, ha deplorato l’atteggiamento dei colossi della rete Google e Apple, accusati di vigliaccheria per essersi piegati alla volontà del presidente russo Vladimir Putin. Attualmente detenuto in carcere, il dissidente politico, nonché ideatore della nota piattaforma del voto intelligente, punta il dito contro i giganti di internet per essere diventati “complici” degli sforzi del presidente Vladimir Putin per sopprimere l’opposizione durante le elezioni parlamentari, concluse la scorsa domenica 19 settembre con la vittoria di Russia Unita.

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Google e Apple: “vigliacchi” e “complici” di Vladimir Putin

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Chiuse le urne, le elezioni parlamentari nella Federazione Russa del 2021, iniziate lo scorso venerdì 17 settembre, si sono chiuse la scorsa domenica (20 settembre). Il conteggio ufficiale ha dichiarato il successo del partito di Vladimir Putin (de facto) e Dmitrij Medvedev (de iure): Russia Unita (Единая Россия – Edinaja Rossija) è prima in classifica con il 74% dei voti, con un calo significativo alla Duma del 49%, pari a circa due terzi. Una “vittoria pulita e senza brogli” hanno dichiarato i presidenti vincitori; un’asserzione che trova poca risonanza nelle ultime informazioni rilasciate dai media federali.

La corsa alla vittoria del conservatorismo ha subito una considerevole accelerazione dalla censura del temutissimo Smart Voting, il server comune voluto dallo stesso Alexei Navalny e progettata dai suoi sostenitori per contrastare il monopolio di Russia Unita tramite la tattica del voto intelligente. La piattaforma, nata come guida al voto degli elettori verso il partito dell’opposizione dominante, è stata prontamente eliminata dal presidente della Federazione Russa mediante un’abile strategia di censura, messa in atto sotto forma di multe e minacce ai colossi del web: Google, Apple e Yandex.

Di conseguenza, entrambe le società hanno desistito, piegandosi in toto alle richieste oppressive del governo russo. “Quello che mi ha davvero sorpreso nelle ultime elezioni, non è stato il modo in cui Putin ha forgiato i risultati, ma l’obbedienza con cui i giganti del Big Tech si sono trasformati in suoi complici.”, ha scritto Navalny questo giovedì (23 settembre) su Twitter.

 

Google e Apple hanno rimosso le app di Smart Voting dai loro rispettivi stores. Google ha persino bloccato due video correlati sulla piattaforma YouTube.

Fonte Abc News

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