Afghanistan, protesta delle attiviste contro i talebani: parole al vetriolo anche per gli Usa

Le attiviste dell’Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane (RAWA) proseguono con le loro proteste contro il regime talebano in Afghanistan.

Afghanistan
(Getty Images)

In Afghanistan continuano le proteste di RAWA l’Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane. Un movimento nato negli anni settanta per contrastare l’occupazione dell’URSS oggi si trova a dover fronteggiare il dominio talebano che vede le donne come soggetti da escludere dal tessuto sociale.

Afghanistan, la protesta delle attiviste di RAWA: i talebani hanno distrutto il Paese

Talebani
(Getty Images)

Forse non riusciremo a rovesciare il regime ma non smettiamo di aiutare la nostra gente” queste, riporta L’Espresso, le parole di un’appartenente all’Associazione RAWA che in questo momento starebbe cercando di contrastare la politica talebana contro le donne.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Tensione migranti confine Polonia-Bielorussia: Lukashenko minaccia l’UE

Nonostante la dichiarazione di intenti dei sedicenti studenti coranici di dare loro il giusto rilievo all’interno della società, nella pratica poi è stata attuata una politica di emarginazione. Parole al vetriolo quelle di RAWA che si scaglia anche contro gli Stati Uniti affermando di essersi sempre opposta alla sua occupazione che altro non ha fatto che rafforzare il fondamentalismo.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Afghanistan, agenti addestrati dagli Usa si uniscono all’Isis-k

Gli ultimi due decenni, riporta L’Espresso citando le parole della portavoce dell’Associazione, hanno trasformato il Paese “in un bagno di sangue e lo hanno lasciato nella corruzione e nell’insicurezza. Sono morte più di 240 mila persone dal 2001 – quando gli Stati Uniti e la Nato hanno invaso il paese”. Non sarebbero stati ascoltati i problemi della popolazione, ma si sarebbe badato solo a soddisfare interessi economici e militari. Il traffico di sostanze stupefacenti sarebbe esponenzialmente aumentato così come il traffico di armi.

Non solo, da alcuni documenti divulgati da WikiLeaks, ne sarebbe spuntato uno in cui la CIA invitava ad utilizzare le donne afghane come uno strumento per fomentare il conflitto con i talebani, perché un loro ritorno avrebbe di certo significato una loro esclusione dal tessuto sociale. Ma il gruppo, l’Afghanistan, alla fine se lo è ripreso davvero.

Afghanistan
(Getty Images)

Ed il loro desiderio, ha tuonato RAWA, è solo quello di attuare una politica anti-democratica che mira a devastare il Paese. Non c’è più musica, la popolazione ha paura, le città sono cupe. Non circolano più tante auto perché i costi del carburante sono alle stelle. Anche il denaro scarseggia, e chi lo possiede può prelevare al massimo 200 dollari al mese. Il comparto sanitario sarebbe al collasso.

Impostazioni privacy