Ucraina, scatta la corsa alle pastiglie di iodio nelle farmacie. Gli esperti: “No al fai da te”. A cosa servono

I combattimenti verso la centrale nucleare ucraina da parte della Russia hanno creato un’enorme richiesta di pillole a base di iodio contro le eventuali radiazioni.

La guerra in Ucraina portata avanti delle forze militari russe sta creando un’escalation internazionale senza precedenti sotto molteplici punti di vista che coinvolgono l’economia ma anche l’ambito sanitario.

Pastiglie di iodio corsa farmacie contro esplosione nucleare
Pastiglie di iodio (Foto Pexels)

L’attacco alla centrale ucraina di Zaporizhzhia di pochi giorni fa inoltre, ha fatto scattare la caccia delle pastiglie di ioduro di potassio (KI), un composto utilizzato come fattore di protezione in caso di emissioni di radiazioni.

Tutto questo ha fatto sì che in moltissimi Paesi europei la popolazione si sia riversata nelle farmacie per farne scorta massiccia. Questo sta avvenendo soprattutto in Belgio ed in Svizzera. Nel primo sembra infatti che le pastiglia vengano distribuite gratuitamente nelle farmacie e per ottenerle basta presentare solo un documento di identità.

Solo questo fine settimana le consegne sono schizzato ad oltre 4mila confezioni al giorno anche se le stime parlano che queste potrebbero arrivare a quota 30mila. In Svizzera la situazione non è molto diversa e le pastiglie vengono distribuite alla popolazione entro 50 chilometri dalle centrali nucleari. Anche in Italia questa tendenza sta prendendo piede ma i sanitari alzano la voce a tal proposito.

Pastiglie allo iodio, Protezione civile e Ministero della Salute verificano le scorte in Italia

Come dicevamo il trend di ricerche sarebbe in netta crescita negli ultimi giorni anche nel nostro Paese. Come mai così tanta apprensione verso le pastiglie? Sono state infatti utilizzate già nel 1986 con lo scoppio della centrale di Chernobyl che aveva provocato un’emissione di iodio radioattivo tale che avrebbe potuto danneggiare seriamente tiroide e causare tumori difficili da curare.

L’assunzione di compresse di ioduro di potassio invece ha impedito nella popolazione l’accumulo dell’agente radioattivo (o almeno lo ha limitato). Ieri però l’Agenzia Federale Belga per il controllo nucleare ha avvertito la popolazione tramite i propri canali social spiegando che le pillole di iodio vanno assunte solo su indicazione delle autorità e non di propria iniziativa.

Le pastiglie di iodio non offrono protezione contro altre sostanze radioattive dalle quali, in caso di emergenza, è necessario ripararsi. In caso di fuoriuscita di radiazioni, i minori di 18 anni, in particolare i più piccoli, sono maggiormente a rischio di sviluppare tumori”.

Stessa questione anche per le donne in gravidanza o in allattamento, mentre gli adulti dai 18 ai 40 anni hanno meno probabilità di sviluppare il cancro alla tiroide.

La momento in Italia la Protezione Civile e Ministero della Salute hanno avvisato di evitare troppo allarmismi e la corsa al “fai da te”, avviando però una ricognizione sul territorio. Inoltre anche alcune Regioni si stanno muovendo per verificare lo stato delle riserve di iodio presenti nelle farmacie.

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