Ucraina, 17° giorno di guerra: telefonata trilaterale Scholz-Macron-Putin

L’Ucraina vive oggi il 17° giorno di guerra. La situazione è ancora in stallo: bombardamenti, anche a Kiev, nonostante i corridoi umanitari.

Continua lo stallo in Ucraina, al suo diciassettesimo giorno di guerra. Dalla notte tra il 23 e il 24 febbraio l’offensiva russa non allenta la morsa e, per contro, rafforza la sua minaccia sul territorio accerchiando Kiev e altre città strategiche del Paese. Non solo Mariupol, centro strategico sul Mar d’Azov, appetibile corridoio diretto verso la Crimea agli occhi delle forze russe; ma anche Volnovakha, altra città distrutta dalla violenza dell’operazione speciale ordinata dal presidente russo Vladimir Putin.

 

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Conclusa la telefonata trilaterale Scholz-Macron-Putin

 

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Bersaglio dell’escalation della Federazione Russa è anche Melitopol, sempre nell’area sud-est del Paese, dove è stato denunciato il rapimento del sindaco e dell’attivista Olga Gaisumova. Al momento la preoccupazione è tutta rivolta su Odessa, altra città portuale di grande strategicità grazie allo sbocco sul Mar Nero: i residenti locali si stanno organizzando con trincee in vista di un possibile assedio. Prossimo obiettivo del leader del Cremlino, secondo le ultime dichiarazioni del presidente ucraino Volodymir Zelensky, è l’eliminazione diretta degli avversari per dare inizio a un vero “clima di terrore“.

Nel frattempo la via diplomatica continua. L’insuccesso dei diversi round negoziali, falliti nonostante i tentativi di mediazione da parte di terzi, non arresta di fatto la strada della conciliazione, che resta, per ora, aperta. L’azione diplomatica europea si è dispiegata nell’ultimo vertice telefonico tra il cancelliere tedesco Scholz e il presidente francese Macron e l’omologo russo Vladimir Putin. Nessun progresso finora tra il blocco orientale e occidentale. Mentre l’Ucraina aspira alla pace, al cessate il fuoco e all’indipendenza, la Russia si dimostra ancora ostile e annuncia l’avvio di un pacchetto di sanzioni contro l’Occidente. A riferirlo è il viceministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov citato dalla Tass.

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