Mostro di Firenze, l’incredibile svolta: richiesta la riapertura delle indagini

Gli avvocati dei parenti di alcune delle vittime del Mostro di Firenze avrebbero avanzato richiesta di riapertura indagini sul caso.

Una pagina nera della storia del nostro Paese quella riguardante il Mostro di Firenze. Un omicida seriale che nell’arco di 11 anni avrebbe ucciso ben quattordici persone. A distanza di più di quarant’anni quello spettro torna a far parlare di sé.

Mostro di Firenze richiesta riapertura indagini
(Steve Morvay – Adobe Stock)

Un pool di avvocati – difensori dei parenti di alcune delle vittime- hanno presentato alla Corte d’Assise di Firenze una richiesta di riapertura indagini sostenendo vi siano nuovi elementi per ridefinire i contorni di questa drammatica vicenda.

Mostro di Firenze, richiesta la riapertura delle indagini: quali sono i nuovi elementi?

Mostro di Firenze richiesta riapertura indagini
(Daniel Bone – Pixabay)

Stando a quanto riporta la redazione di Viriglio Notizie citando Il Corriere della Sera, un pool di avvocati avrebbe avanzato alla Corte d’Assise di Firenze richiesta di riapertura delle indagini.

I legali in questione sono Vieri Adriani, Valter Biscotti e Antonio Mazzeo i quali difendono i familiari di alcune delle vittime del “Mostro”. Nello specifico la sorella di Carmela De Nuccio (uccisa tra il 6 ed il 7 giugno 1981), la sorella di Jean Michel Kraveichvili (assassinato l’8 settembre del 1985) e le figlie di Nadine Mauriot (morta insieme a Kraveichvili).

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All’interno dell’istanza si leggerebbe la volontà del team di avere accesso a tutti gli atti riguardanti i casi di omicidio che si ricorda, ad oggi, non hanno ancora accertato la responsabilità di alcuno.

Gli elementi che non tornerebbero sarebbero molteplici. In primo luogo si parla di un’informativa dei carabinieri del 1984 dove veniva ipotizzato che una Beretta calibro 22, trafugata qualche anno prima e non ritrovata, potesse essere in qualche modo collegata al Mostro. La pistola avrebbe condotto gli inquirenti ad un uomo, già noto alle forze dell’ordine per aver commesso reati di tipo sessuale, nella cui abitazione vennero rinvenuti 10 bossoli e due cartucce. All’interno della lista dei possibili nomi collegabili alla figura del Mostro c’era anche il suo, eppure non venne mai inserito nella lista dei sospetti.

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Non finisce qui. Sempre stando a quanto riportato da Virgilio Notizie, una traccia di Dna rinvenuta su una busta inviata dal Mostro ad alcuni magistrati sarebbe stata accantonata. In sintesi, questi elementi, potrebbero portare ad una svolta nel caso sul quale, ad oggi, aleggia ancora un ombra di mistero. Si ricorda che il maggior sospettato, Pietro Pacciani morì nel 1998 poco prima che si tenesse uno dei tanti processi a suo carico. Condannato in primo grado, venne poi assolto in Appello. La Cassazione, però, ribaltò il verdetto e dispose un nuovo processo, mai celebrato – appunto- per il sopravvenuto decesso.

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