Strage di civili a Bucha, il presidente Volodymyr Zelensky: “Un genocidio”

Domenica 3 aprile, 39simo giorno di conflitto in Ucraina. Le immagini sconvolgono l’Occidente: più di 300 corpi individuati nelle fosse comuni.

L’offensiva russa prosegue inarrestabile con bombardamenti, scontri e violenze su città e civili dell’Ucraina. L’ultima denuncia arriva da fonti ufficiali del governo locale: i comunicati parlano di un’esecuzione di civili senza precedenti. La strage è accaduta al 39°simo giorno di conflitto sul territorio ucraino; siamo a Bucha, a nordovest della capitale, arrivando dai territori a nord ovest di Kiev da dove si sono ritirati i militari russi. A riferirlo è il consigliere del ministro degli Affari interni dell’Ucraina Vadym Denysenko citato dal media Радио Свобода (Radio Svoboda, lett. Radio Libera).

Strage di civili a Bucha, il presidente Volodymyr Zelensky: "Un genocidio"
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky all’ospedale di Bucha (Ansa)

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Volodymyr Zelensky: “genocidio di un’intera nazione”

 

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La conferma dell’esecuzione non arriva solo dall’esercito ucraino, ma anche dalle testimonianze dei civili sopravvissuti e di diversi giornalisti internazionali che lavorano sul campo per diverse testate. I racconti prendono morte nelle immagini condivise sui principali canali di informazione online. Le foto mostrano cadaveri abbandonati per terra lungo le strade e le case: molti hanno le mani legate dietro alla schiena. Il 3 aprile sarà ricordato per la più grande violazione dei diritti individuali. 

Le vittime sono distese in posizione prona, col volto a terra; qualcuno vicino alla sua bicicletta, qualcun altro vicino a una vettura o su un marciapiede: sono state freddate alle spalle, senza previ scontri armati. Molti sono stati colpiti alla schiena; altri alla nuca. Fonti dei soccorritori ucraini riportano il rinvenimento di almeno 310 corpi in fosse comuni, ma il drammatico bilancio è destinato a salire. Oggi, lunedì 4 aprile, ne sarebbe stata scoperta un’altra contenente almeno 57 corpi. La carneficina è stata denunciata anche dall’inviato di Rai News Ilario Piagnerelli. Non solo corpi, ma anche veicoli schiacciati dai tank russi, in seguito distrutti dall’esercito ucraino.

Dall’orrore, al silenzio eterno dell’oblio. I cadaveri degli automobilisti sono bloccati nelle lamiere degli abitacoli da giorni: non c’è tempo per prelevarli. Stando alle testimonianze dei residenti locali, citati nel podcast del giornalista di MicroMega Valerio Nicolosi, i combattimenti sono incessanti: non c’è modo per fuggire. Diversi cittadini hanno condotto i giornalisti nei cortili e nei giardini delle case, dove sono stati rinvenute pile affastellate di salme di civili disarmati, riconosciuti dalla fascia bianca intorno al braccio. Nei racconti si parla anche di colpi esplosi dalle armi dei cecchini sui civili mentre uscivano dalle loro abitazioni per andare a prendere dell’acqua.

Dal presidente del Consiglio Draghi al cancelliere tedesco Scholz, l’appello dell’Unione Europea è chiaro e condanna con assoluta fermezza gli orrori e i massacri perpetrati da Mosca. Mentre il presidente ucraino Volodomyr Zelensky deplora i crimini e accusa la Russia di “genocidio” nei confronti delle oltre 100 nazionalità del Paese; la distruzione e lo sterminio avanzaro dalla Federazione Russa riaccende il dibattito internazionale sul blocco del gas e sulle sanzioni: il primo paese europeo a fare un passo avanti è la Lituania col blocco definitivo dell’import è la Lituania. Quanto al Cremlino, le autorità russe continuano a negare il massacro, bollando la strage di Bucha come prodotto fake news di Kiev e dell’Occidente.

Fonte Радио Свобода

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