Berlusconi e il Ruby ter, le parole della pm sono inimmaginabili: “Aveva schiave sessuali”

Emergerebbero nuovi fatti dal caso Ruby Ter che vede coinvolto il leader di Forza Italia con accuse pesantissime. 

Per le serate ad Arcore, nella villa di Berlusconi, nelle famose “cene eleganti” come riporta Leggo, si sarebbero organizzate vere e proprie serate lussureggianti. Per le indagini, concluse nel 2015, avrebbero fornito un ulteriore verdetto a fine procedimento. La pm Tiziana Siciliano avrebbe quindi accusato duramente Berlusconi, come riporta Leggo: “Se un processo può arrivare ad una pronuncia di primo grado dopo 8 anni vuol dire che il sistema ha fallito”.

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(Pixabay)

Berlusconi sarebbe quindi additato come “un grande anziano, un uomo malato”. Un uomo, oltre che un politico che “poteva avere il mondo ai suoi piedi, che si accompagnava con amicizie come quella con Putin, colui che ora sta mettendo in ginocchio il mondo”, ha aggiunto il procuratore.

“La loro colpa è la bellezza”, le parole della pm

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@silvioberlusconi_official – Instagram

Le cosiddette “olgettine” al centro dell’inchiesta sarebbero quindi accusate di corruzione in atti giudiziari perchè sarebbero state “pagate come testimoni”, come riporta Leggo. Le ragazze in questione avrebbero reso i loro omaggi al Cavaliere mentre “lo divertivano, trascorrevano alcune la notte con lui e questi fatti, chiusi con sentenza passata in giudicato, sono stati cristallizzati come fatto storico: l’attività di un consolidato sistema prostitutivo.

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Si tratterebbe quindi di vere e proprie odalische, “schiave sessuali a pagamento” al servizio di “un uomo potente, tra le persone più ricche al mondo”. Del processo Ruby, emergono quindi oltre agli imputati altre 28 persone. Tra queste, circa venti persone di ex ospiti delle famose “cene eleganti”, tra cui Ruby Rubacuori, Karima El Mahroug.

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Testimone chiave dell’accusa nei confronti di Ruby, è Imane Fadil, morta nel 2019 per una malattia rara per cui si indagò a lungo per omicidio. La pm Siciliano ha quindi spiegato che Fadil “aveva paura e per questo ha alimentato in noi un profondo desiderio di giustizia. Ma “lei non lo trovava giusto, voleva ribellarsi” e a Villa San Martino la pm avrebbe concluso additando Berlusconi “il sultano delle odalische”.

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