Orribile confessione delle figlie: la verità sull’omicidio dell’ex vigilessa Laura Ziliani

Durante l’ultimo interrogatorio sulla morte dell’ex vigilessa Laura Ziliani, le figlie confessano le dinamiche dell’omicidio. Le dichiarazioni sono agghiaccianti.

Brutali le dinamiche emerse a seguito degli ultimi interrogatori tenutisi in quest’ultima settimana sull’omicidio dell’ex vigilessa Laura Ziliani. La donna, dopo essere scomparsa ad inizio maggio 2021, venne ritrovata priva di vita soltanto tre mesi più tardi. L’ultima svolta nelle indagini ha chiarito quanto accadutole.

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Interrogatorio Laura Ziliani (Ansa Foto)

Le dichiarazioni delle due figlie della donna sono state stilate nei verbali ufficiali in queste ore e, a seguito degli estenuanti interrogatori, hanno portato con sé un’orribile verità. Oltre alla pluralità di agghiaccianti moventi che avrebbero condotto all’omicidio della donna, sono emerse per la prima volta le dinamiche del delitto.

Orribile confessione delle figlie: la verità sull’omicidio dell’ex vigilessa Laura Ziliani

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L’ex vigilessa Laura Ziliani (Ansa Foto)

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A seguito del primo interrogatorio a Mirto Milani, identificato come primo ideatore dell’omicidio, e del seguente avvenuto poco più tardi con le due figlie della donna, Silvia e Paola Zani, prese in esame in separata sede, gli investigatori sono finalmente venuti a conoscenza della loro scelta. Anch’essa premeditata e svoltasi di loro pugno. Quella di uccidere l’ex vigilessa.

Secondo il risultato totale delle confessioni, pervenute dal carcere in queste ore, l’uomo e le due donne avrebbero tentato già un mese prima di privare la donna della propria vita. Somministrandole, a sua insaputa, un mix di sostanze letali inserite in una tisana. La donna si addormentò per due giorni, nell’aprile del 2021, ma riuscì a sopravvivere.

Dopo il vano tentativo di sedarla letalmente, le due figlie avrebbero pertanto agito in prima persona nuovamente soffocando la donna, ma un mese più tardi servendosi di un sacchetto di plastica. E, infine, strangolandola.

I moventi, oltre a quelli di natura personale espresse direttamente dalle stesse figlie della donna con la seguente frase “ci faceva sentire sbagliate“, vi sarebbero ragioni legate al patrimonio della donna e all’interesse dei suoi aguzzini.

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Gli inquirenti hanno le idee chiare su quanto accadrà da ora in poi. L’uomo sarebbe destinato a restare in carcere per la vita. La stessa sorte potrebbe rivelarsi anche per le due figlie. Differenti potrebbero essere le pene soltanto per i restanti collaboratori alla scabrosa vicenda.

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