Jeff Hall, l’uomo ucciso con la pistola dal figlio di 10 anni

Un omicidio, forse, premeditato che ha suscitato scalpore in tutta l’America. Per il figlio è scattata la detenzione a 7 anni di carcere.

Un omicidio impensabile per Jeff Hall, Jeffrey Russel Hall e un caso di cronaca che ha suscitato un’ondata di rabbia in tutto il continente americano. Si tratta di un fatto risalente il 1′ maggio 2011 accaduto a Riverside, in California. Jeff Hall era un neonazista conosciuto nella sua comunità per l’affiliazione ai gruppi di sostegno alla supremazia bianca. Un uomo talmente convinto delle sue ideologie che sarebbe stato disposto a morire per la sua causa.

omicidio Jeff Hall
Divano (Foto Pixabay)

Di mestiere Jeff Hall faceva l’idraulico ed era il leader del suo gruppo nazionalsocialista. La sua morte arrivò per mano del figlio, un bambino di 10 anni che, puntata la pistola al padre che riposava sul divano lo uccise sul colpo. Erano le 4 del mattino quando si sentì il colpo. Secondo le ricostruzioni della vicenda, il bambino era violento e volubile.

Dopo aver puntato la pistola sull’orecchio del padre, Joseph sparò al padre: gli aveva insegnato tutte le tecniche su uso delle armi

omicidio Jeff Hall
(Foto Pixabay)

Jeff Hall era fiero di aver insegnato al figlio Joseph tutte le tecniche sull’uso delle armi che, come sembra ovvio, deteneva nel suo appartamento. L’arma che lo colpì era una Calibro 357, presa un’anta dell’armadio. Joseph, quella notte, la puntò sull’orecchio del padre mentre dormiva sul divano e sparò.

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Joseph, come emerge dalle cronache della vicenda, aveva sentito dire dal padre che avrebbe rimosso tutti gli allarmi antincendio con l’intento di bruciare l’intero edificio con tutta la famiglia dentro. Joseph era stanco di vedere le violenze del padre su di lui e sulla matrigna.

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Una vendetta che servì a Joseph per togliersi da un incubo chiamato famiglia. Secondo quanto si apprende dalla vicenda, gli avvocati provarono a difenderlo con una non consapevolezza dovuta all’infermità mentale ma la Corte suprema della California si rifiutò di prendere in considerazione il caso lasciando la sentenza e la condanna nel carcere minorile fino all’età dei 23 anni.

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