Usa, Amazon ammette: “A volte i nostri autisti sono stati costretti a fare pipì nelle bottiglie durante i viaggi”. Le accuse lanciate da un deputato dem
Ancora nel mirino il colosso fondato da Jeff Bezos dopo lo sciopero a livello nazionale che ha bloccato le filiali Amazon in tutta Italia lo scorso 22 marzo. L’appello dei lavoratori si è rivolto anche ai consumatori invitandoli a non comprare per tutta la giornata dopo lo sciopero di categoria indetto da Fil, Cgil, Fit, Cisl e Uiltrasporti.
I motivi che hanno portato a questo primo, ma sicuramente non ultimo, blocco sono sorti a seguito del troncamento delle trattative in merito al rinnovo del contratto di secondo livello, ma anche riguardo i carichi di lavoro troppo pesanti e i buoni pasto assenti.
Nelle ultime ore invece l’azienda ha subito una nuova smaccata in America dopo le accuse lanciate da un deputato del partito democratico che ha denunciato la condizione fatiscente di lavoro a cui sono costretti i dipendenti Amazon, soprattutto gli autisti.
Il tutto è nato da un tweet del dem Pocan che spingeva sull’aumento del salario minimo: “Retribuire i dipendenti con 15 dollari l’ora non vuol dire che si tratti di un posto di lavoro all’avanguardia, soprattutto se li costringi a fare la pipì nelle bottiglie di plastica“.
Le accuse sollevate dal deputato hanno messo ai ferri corti Amazon che alla fine ha dovuto ammettere le sue colpe di fronte alla condizione dei suoi sottoposti. Dopo aver respinto seccamente per settimane le affermazioni, ha convalidato quanto sostenuto, sollevando però un polverone mediatico non indifferente.
Amazon si è trovata costretta alla fine ad ammettere che a volte i suoi autisti, pur di fare in fretta nella consegna delle merci distribuite su tutti il territorio americano, sono costretti ad urinare nelle bottiglie di plastica situate nel mezzo.
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L’azienda si è scusata con una nota pubblica che recita: “Sappiamo che a volte i nostri guidatori possono avere problemi nel trovare la toilette a causa del traffico o a volte perché percorrono strade in zone rurali, e questo specialmente nel periodo della pandemia quando molti bagni pubblici sono stati chiusi“. La faccenda però non si fermerà qui e sono previsti scioperi nelle prossime settimane
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