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Si apre un altro grande buco nell’ozono: dove e quali sono i rischi per l’uomo

Stando ad un’analisi del German Aereospace Center si sarebbe aperto un nuovo buco nell’ozono, questa volta sull’Artico: secondo gli esperti, però a breve dovrebbe richiudersi.

(Foto di Džoko Stach-Pixabay)

Un recente studio del German Aereospace Center (DLR) di Oberpfaffenhofen ha scoperto che nei cieli dell’Artico si sarebbe aperto un buco nell’ozono dalle considerevoli dimensioni. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Nature, però sono rassicuranti: la sua chiusura è prevista per la metà di aprile ed in ogni caso la sua esistenza non minaccia la salute dell’uomo.

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Buco nell’ozono sull’Artico: dimensioni considerevoli, ma chiusura prossima

(Free-Photos – Pixabay)

Nei cieli dell’Artico è apparso un buco nell’ozono di dimensioni epiche, tanto da far concorrenza a quello ben più noto del Polo Sud. Coprirebbe, infatti, un’area circa tre volte più grande della Groenlandia. A renderlo noto il German Aereospace Center (DLR) di Oberpfaffenhofen, che ha pubblicato i risultati del suo studio sulla rivista Nature. Il buco, tuttavia, rassicurano gli esperti non minaccia la salute delle persone e probabilmente si richiuderà nei prossimi giorni. È indubbio però si tratti di un fenomeno estremamente straordinario.

Di norma, l’ozono forma una cappa nella stratosfera che si colloca a circa 10-50 chilometri dal suolo. È da lì che protegge la vita sul pianeta filtrando i raggi solari. Tuttavia ogni anno, in coincidenza dell’inverno antartico, le nuvole che hanno raggiunto alta quota a causa delle temperature rigide, vengono aggredite da sostanze chimiche quale cloro e bromo.

Tale condizione, tipica dell’Antartico, non lo è invece dell’Artico. Da qui deriva la stranezza del fenomeno. Stando a quanto rilevato dagli studiosi, riporta la rivista Nature, quest’anno diversamente dal solito, sul Polo Nord avrebbero soffiato dei forti venti occidentali che avrebbero incanalato l’aria fredda all’interno di un vortice. Ciò significa che al circolo Artico si sarebbero registrate temperature molto rigide. Con il drastico abbassamento delle temperature ha inizio il processo.

Come è stata condotta la ricerca: i mezzi utilizzati dal German Aereospace Center

Per misurare i livelli di ozono, riporta la rivista Nature, sono stati rilasciati dei palloni meteorologici nella zona dell’artico. Si è notato che verso la fine del mese di marzo, dove di norma si registravano 3,5 particelle per milione di ozono, se ne rilevavano solo 0,3. Un record che ha superato i livelli di esaurimento dello strato nel 1997 e nel 20117, si legge su Nature. C’è però da pensare che la situazione potrebbe ad oggi essere peggiore se nell’87 le Nazioni Unite non avessero approvato il protocollo di Montreal che ha disposto la messa al bando di sostanze chimiche aggressive nei confronti dell’ozono.

Che rischi corre l’uomo? Gli esperti rassicurano

Secondo gli esperti, riporta Nature, il buco nell’ozono sull’artico non rappresenterebbe una minaccia per l’uomo e quand’anche dovesse spostarsi in zone densamente popolate basterebbe applicare della crema solare per difendersi dai raggi ultravioletti del sole.

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(PublicDomainPictures – Pixabay)

Per i ricercatori, peraltro, nei prossimi giorni potrebbe assistersi alla sua chiusura.

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