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Reati ambientali, i numeri non sono incoraggianti: drastico aumento nel 2019

L’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente ha stilato un rapporto dal quale si evince che i reati ambientali avrebbero subito un aumento esponenziale.

(Getty Images)

Si chiama Mare Nostrum 2020 il rapporto redatto dall’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente che restituisce dei dati sconcertanti. I reati ambientali nel 2019 sarebbero aumentati del 15,6% rispetto al 2018. Un dato allarmante che si riflette, ovviamente, in un danno incommensurabile per l’ecosistema, sia marino che terrestre,

All’interno del dossier sono stati altresì individuate le tipologie di reato e le zone maggiormente colpite.

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Reati ambientali, Legambiente lancia l’allarme: critico aumento tra il 2018 ed il 2019

(Getty Images)

Sarebbero ben 23.623 i reati ai danni dell’ambiente registratisi nel 2019, cioè a dire il 15,6% in più rispetto al 2018. Un dato allarmante che emerge dall’ultimo dossier ribattezzato Mare Nostrum 2020 da Legambiente. La maggior parte di essi avrebbero visto quale obbiettivo l’ecosistema marino.

Di questo aumento esponenziale le zone maggiormente coinvolte sarebbero state le regioni litoranee colpite da reati legati all’indiscriminato utilizzo del cemento. Al primo posto per tale tipologia di fattispecie criminosa si attesta la regione Campania a cui segue la Puglia e poi Lazio, Calabria e Sicilia. Ad essere coinvolte bellezze protette di queste zone come ad esempio la Costiera, le piccole isole e le riserve.

Il mare sarebbe, dunque, la grande vittima. L’inquinamento misto ad un annoso problema, ossia quello delle depurazioni renderebbe il frangente ancor più drammatico. Ed infatti, è proprio sullo smaltimento delle acque reflue che si registrerebbe l’esponenziale aumento del problema. In particolare la scarsa manutenzione delle fogne, nonché le pessime attività di filtraggio ha portato a ben 7.813 rilievi da parte delle forze dell’Ordine. Ciò significa che nel 2019 il 33,1% delle attività illegali ha, purtroppo, visto coinvolte le acque salate.

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(Getty Images)

Purtroppo, però, il problema è rappresentato anche dalla pesca selvaggia. La quale coprirebbe il 22% del totale accertato. Le attività di pesca, infatti, non vengono svolte con attrezzature legali. Per tale tipologia di reato in alto si attesta la Sicilia, seguono Campania, Puglia, Liguria e Sardegna.

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