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Covid 19

Chi sono i superdiffusori di Covid19: rispondono Galli e Crisanti

Scovare i superdiffusori potrebbe essere estremamente importante per ridurre la curva dei contagi

(Getty Images)

Potrebbe rivelarsi molto importante individuare i superdiffusori, i soggetti con una carica virale particolarmente elevata che avrebbero la capacità di contagiare un gran numero di persone. Nonostante i pareri su come riconoscerli siano ancora divergenti, Massimo Galli e Andrea Crisanti concordano su un dato emerso nelle ultime settimane: la maggiore carica virale emersa dai tamponi.

I superdiffusori sono normalmente asintomatici e questo li rende maggiormente pericolosi perché è difficile isolarli; inoltre, è possibile individuarli solo successivamente. Diventa dunque di estrema importanza la possibilità di scorgerli il prima possibile così come capirne l’origine.

La ragione per cui un positivo, quindi, abbia la capacità di trasmettere il virus a decine e decine di persone rispetto ad altri potrebbe dover essere ricercata in ambito genetico.

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I superdiffusori: come bloccarli per ridurre i contagi

(Photo by Linh Pham/Getty Images)

Potrebbe essere un bel passo avanti, per contrastare la diffusione del virus, riuscire ad individuare i superdiffusori. Un’impresa particolarmente complicata dato che farlo, a priori, non è possibile.

La carica virale particolarmente significativa è evidente, infatti, dopo il tampone. In laboratorio il virus, proveniente dal tampone positivo, verrebbe replicato anche 40 volte: a spiegarlo, il microbiologo Galli che afferma che il virus si rivelerebbe dopo una certa “quantità-soglia”, quando ciò si verifichi al ventottesimo ciclo si sarebbe in grado di individuare la maggiore carica virale rispetto a quella minima del quarantesimo ciclo. Un’altra questione riguarda poi il momento in cui si esegue il tampone: la carica virale aumenterebbe dopo il contagio per poi diminuire.

(Getty Images)

I superdiffusori hanno avuto ed hanno, purtroppo, un ruolo decisivo nella trasmissione del virus: riconoscerli potrebbe contrastare in maniera significativa il Covid19.

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