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Test sierologici | chi ha gli anticorpi può ammalarsi di nuovo?

I soggetti guariti dal SarsCov-2 possono avere delle ricadute? Questa è una domanda alla quale i test sierologici dovranno fornire risposta.

Saranno molto importanti i test sierologici nel contrastare il virus FOTO Karen Ducey/Getty Images)

Alcuni membri della comunità scientifica hanno fatto riferimento a test sierologici per cercare di fare passi in avanti in un discorso sull’immunità al virus. Un obiettivo che dovrà essere perseguito nei prossimi mesi in particolar modo con l’ottenimento di un vaccino efficace.

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Nel frattempo gli addetti ai lavori stanno portando avanti i loro studi anche sulla possibilità di trovare altri rimedi al SARS-CoV-2. Oltre alle analisi sull’applicazione di farmaci che possano alleviare gli effetti nefasti della malattia, si lavora pure per individuare gli anticorpi eventualmente presenti in soggetti capaci di guarire. Una cosa già avviata in alcuni ospedali del Nord Italia, dove la pandemia ha colpito con intensità maggiore. Questo dovrebbe comunque estendersi a tutto il nostro Paese, con l’introduzione dei cosiddetti test sierologici.

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Test sierologici, uno strumento utile per scovare gli anticorpi

L’immunità derivata dagli anticorpi al SARS-CoV-2 potrebbe aiutare a stabilire quali persone possono tornare a lavorare. Anche nel resto del mondo stanno partendo i test sierologici, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità che presto confronterà i dati di campioni prelevati in diverse parti del mondo. La differenza con i test diagnostici sta nel fatto che i primi servono a stabilire la presenza del virus o meno ed in che intensità. Invece il rilevamento degli anticorpi è utile per capire se la malattia abbia già agito su uno specifico soggetto. Rilevando anche una eventuale asintomaticità dello stesso.

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Per quanto tempo è protetto un individuo guarito? E potrà riammalarsi?

E tutto ciò dovrebbe fornire anche delle stime su quella che è la misura di diffusione tra la popolazione in media. Andrà poi capito nel dettaglio quanto efficaci saranno gli stessi anticorpi. Nel senso che occorre capire se la loro protezione durerà per un periodo di tempo determinato e se bastano ad evitare un nuovo, possibile contagio.

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Un interrogativo posto dal professor Dawn Bowdish, che insegna Patologia e Medicina Molecolare alla McMaster University in Ontario. Serviranno ulteriori studi in merito.

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