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Casi

Omicidio a Cardito, il patrigno: “Saltavano sul letto, ho avuto un raptus”

Tony Essobti Badre, accusato di omicidio, quella sera del 27 gennaio 2019 voleva rilassarsi, così ha colpito i bambini fino a provocare la morte di Giuseppe

Tony Badre e il piccolo Giuseppe Dorice (Web)

Un raptus improvviso, “come se si fosse spento il cervello“. Così Tony Essobdi Badre ha risposto questa mattina alle domande del pm Fabio Sozio, al processo che lo vede imputato per la tragedia avvenuta il 27 gennaio 2019 a Cardito: Tony infatti uccise il piccolo Giuseppe Dorice di 6 anni appena, a dai colpi di bastone. Sotto processo anche Valentina Casa, ex compagna dell’uomo.

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A Napoli, nell’aula 114 del Nuovo Palazzo di Giustizia, Tony Essobdi Badre, 25 anni, ha raccontato: “Mi sono messo nel letto per rilassarmi un po’, verso le 8 e qualcosa, sentii che i bambini (Giuseppe e la sorella, ndr) saltavano sul letto, mi è venuto un raptus di follia, mi si è spento il cervello, e li ho picchiati, ma non ho mai voluto ammazzarli”.

Il patrigno nel banco degli imputati racconta quella tragica notte picchiò selvaggiamente il bambino di appena 6 anni e la sorellina di poco più grande, lasciando Giuseppe ridotto a una maschera di sangue; Giuseppe che venne soccorso però oltre tre ore dopo il pestaggio da parte dell’uomo non ce la fece; la sorellina, con il viso tumefatto, fu salvata dai medici del Santobono.

I bambini erano picchiati da tempo in famiglia

Tony Badre (Web)

In aula Tony Badre, interrogato dal pm ha usato molti “non ricordo“, anche per ricostruire un altro episodio di violenza nei confronti del bambino: Giuseppe era stato picchiato anche il giorno prima dell’omicidio, in strada. Le indagini però fatto emergere che i bambini erano picchiati continuamente in casa e la sorellina aveva anche cercato di chiedere aiuto a scuola, senza però essere ascoltata.

Badre è accusato di omicidio volontario del piccolo Giuseppe, di tentato omicidio della sorellina e di maltrattamenti nei confronti dei due bambini. A processo anche la madre dei bambini, Valentina Casa accusata di non avere mai fatto nulla per fermare quelle violenze da parte del compagno.

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Tony Badre (Web)

La donna infatti si sarebbe limitata anche il giorno del massacro a dire all’ex compagno: “Basta, li stai uccidendo”. All’epoca dei fatti il pm Paola Izzo (poi sostituita da Sozio) l’ha interrogata per ore prima che cedesse e raccontasse la verità, molto diversa da quella fornita nei primi istanti (“non mi sono accorta di nulla”) e da quella del convivente (“sono caduti dalle scale”), più volte cambiata, fino a diventare “forse l’ho colpito con un calcio, una mazza di legno…non so bene”.

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