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Malato terminale a 31 anni: “Il mio testamento per voi”

Malato terminale a 31 anni. Elliot Dallen, nativo di Cardiff, affida il suo testamento spirituale alle pagine del Guardian

Elliot Dallen – foto dal web

“Non riuscirò a vedere la fine del lockdown.” Queste sono le parole impietose che Elliot Dallen scriveva sulle pagine del quotidiano inglese The Guardian.

Al giovane di soli 31 anni è stato diagnodticato nel 2018 un carcinoma adrenocorticale. Nato a Cardiff ma residente a Londra, lo scorso aprile si diceva dispiaciuto perchè la pandemia da Coronavirus e la conseguente quarantena non avrebbero potuto permettergli di vivere gli ultimi mesi della sua vita appieno, come avrebbe voluto.

Sono passati 5 mesi, Elliot è ancora qui, ma vive con l’idea di avere i giorni contati. Tuttavia, non si è mai lasciato abbattere dal dolore o dalla paura ma lancia al mondo intero un messaggio di speranza per lasciare traccia del suo passaggio su questa terra, per non rendere vana la sua esistenza e supportare chi sta vivendo la sua stessa condizione.

“La battaglia è diventata mentale e sono stato costretto a riflettere. Non ho voluto sapere una prognosi specifica. Non penso abbia molto da guadagnare nel farlo, ma so che è questione di settimane”.

A giugno ha avuto supporto maggiore dalla sorella che ha potuto trasferirsi da lui, ha iniziato una terapia sperimentale per guadagnare tempo ma che gli sottraeva tutte le energie. Quindi l’ha sospesa: “Vivere non è accumulare anni. Questo trattamento mi rendeva la vita impossibile”.

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Malato terminale, Elliot Dallen: “Invecchiare è un privilegio”

In poche parole smonta le superficialità del comune sentire: “La maggior parte delle persone presume di vivere fino a età avanzata. Invecchiare è un privilegio, io lo so benissimo perchè non mi accadrà mai. Siate contenti dei capelli grigi, delle rughe. Se ritenete di non aver sfruttato vissuto al meglio l’ultimo periodo della vostra esistenza, provate a cambiare.”

Elliot Dallen continua sottolinenado quanto per lui sia importante il valore della gratitudine, quanto diamo molte cose per scontate, come il fatto che il nostro corpo funzioni sempre come vogliamo. Dobbiamo imparare a prendercene cura, non sappiamo se e quando potrà abbandonarci. Bisogna accettare anche il fatto di essere vulnerabili e che a volte necessitiamo di dipendere dagli altri.

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“Paradossalmente il cancro mi ha donato i due anni migliori della mia vita. Ho capito quanto siano meravigliose persone come mia sorella, i miei genitori e i miei amici”.

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