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Cronaca

Ancora vivo il ricordo di Alfredino Rampi a 40 anni dall’incidente di Vermicino

L’incidente di Vermicino il 10 giugno del 1981. L’Italia intera seguì la vicenda attraverso una diretta Rai che durò quasi 36 ore.

Alfredo Rampi – Instagram

L’incidente di Vermicino ancora dopo 40 anni viene ricordato da tutta Italia. Era il 10 giugno del 1981 quando un bimbo di nome Alfredo Rampi è caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, vicino a Frascati in provincia di Roma. Una storia che ebbe un grandissimo risalto mediatico. La Rai condusse con Piero Badaloni una diretta televisiva di circa 36 ore per seguire il caso.

La storia di Alfredino ha commosso tutta l’Italia. Una tragedia che dopo 40 anni non si dimentica.

(Foto dal web)

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Era una giornata di giugno e la famiglia Rampi si trovava in vacanza nella loro seconda casa. Mercoledì 10 giugno, giorno della tragedia, il papà di Alfredino, Ferdinando Rampi, era andato a fare una passeggiata con due suoi amici e aveva portato con sé anche il piccolo di 6 anni. Nel tardo pomeriggio però Alfredo chiese al padre di poter tornare da solo verso casa e Ferdinando, pensando che non ci fosse un pericolo, acconsentì alla richiesta del figlio.

Tornato però a casa, verso le 20, papà Ferdinando si accorse che il piccolo Alfredino non era arrivato. I genitori, preoccupati che potesse essere successo qualcosa al bimbo, iniziarono a cercarlo nei dintorni. Alle 21:30 però di Alfredo non c’erano tracce, ed è allora che i genitori decisero di allertare le forze dell’ordine. Polizia, Vigili urbani, Vigili del fuoco e abitanti del posto si misero a lavoro per trovare il piccolo Alfredino.

Diverse furono le ipotesi, ma la nonna del piccolo pensò che il bimbo potesse essere caduto in un pozzo recentemente scavato in un terreno adiacente che però era coperto da una lamiera. Subito però il pozzo venne ispezionato. Fu l’agente di polizia, il brigadiere Giorgio Serranti a sentire i lamenti del piccolo Alfredino.

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(Foto dal web)

Non fu facile recuperare il corpo del piccolo e dopo quasi tre giorni di ricerche per cercare di salvarlo, il piccolo morì dentro il pozzo a una profondità di circa 60 metri. Il proprietario del pozzo, Amedeo Pisegna, abruzzese di 44 anni, insegnante di applicazioni tecniche, fu arrestato con l’accusa di omicidio colposo e con l’aggravante della violazione delle norme di prevenzione degli infortuni.

 

 

 

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