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Personaggi

Kledi Kadiu, il dramma peggiore vissuto accanto alla moglie: “abbiamo toccato il fondo”

Un racconto struggente quello di Kledi Kadiu e della moglie, Charlotte Lazzari. La confessione sceglie di toccare delle corde, per entrambi, molto delicate. 

Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 31 marzo, il ballerino Kledi Kadiu è stato ospite nel salottino televisivo di Silvia Toffanin. Giunto in studio a “Verissimo“, assieme a sua moglie, la danzatrice ed appassionata di Yoga, Charlotte Lazzari, Kadiu ha deciso di condividere con i telespettatori alcune parentesi molto intime della loro quotidianità.

Kledi Kadiu (Instagram @kledi)

Il ballerino, classe 1974, è divenuto presto una star nazionale grazie alla sua passione per la danza ed al suo esibito talento nella trasmissione di “Amici – di Maria De Filippi“. Nonostante, già nel ’99, avesse preso parte alla realizzazione del video-clip di “Non Vergognarsi Mai“, noto brano del cantautore bolognese Lucio Dalla. Nel ruolo fisso di docente, dal 2013 al 2017, Kledi non hai mai mancato di dimostrare al pubblico di essere una delle personalità, sino ad oggi, più amate della storia del talent show. Nello stesso anno del suo arrivederci ad “Amici”, il ballerino, ha poi intrapreso una nuova sfida sul piccolo schermo. Quella di giudice per la trasmissione di “Just Dance World Cup“, stavolta su Real Time.

Kledi Kadiu, il dramma peggiore vissuto accanto alla moglie: “abbiamo toccato il fondo”

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Già nei giorni scorsi, attraverso un lungo post su Instagram, pubblicato dal ballerino di origini albanesi, alcuni dettagli erano già stati sottoposti all’attenzione dei suoi fan in rete. “Charlotte ed io abbiamo deciso di raccontare un pezzo della nostra storia“, aveva esordito Kledi in didascalia ad uno scatto che mostra in primo piano il dolce neonato, Gabriel. La speranza manifestata da Kledi, attraverso quest’ultima pubblicazione, è stata sin da subito quella che la loro storia “possa essere d’esempio alle mamme e i papà che stanno percorrendo un viaggio simile al nostro“.

Abbiamo aspettato il momento giusto per farlo“, ha ricordato Kledi con fermezza. Una scelta intrapresa, in primis, con il fine di salvaguardare lo stesso piccolo Gabriel, quanto la  “la sua sorellina“, ed inoltre “la nostra energia“. Kledi racconta di come, a tredici giorni di distanza dalla nascita il loro secondogenito abbia “manifestato febbre e forti convulsioni“. Tali sintomi hanno via via dato “espressione di una diagnosi piuttosto complessa“. Ovvero, quella della meningo-encefalite. L’artista racconta con estremo coraggio quello che si è poi rivelato come, per tutta la sua famiglia, “l’inizio di un calvario“.

Gabriel è sopravvissuto“, ha poi spiegato il ballerino, non senza lasciarsi andare in un ancor faticoso respiro di sollievo. A seguire, infatti, Gabriel sarebbe comunque dovuto rimane per “oltre un mese e mezzo […] in terapia intensiva“. Una volta tornati a casa è stato necessario sottoporre il bambino ad un percorso di riabilitazione precoce per un lungo periodo di tempo.

Kledi spiega di come la loro volontà non sia quella di nascondersi dietro parole di speranza, “fingendo che sia tutto semplice“, ma al contempo la loro fiducia va in maniera totale alla  “neuro plasticità“, e non solo. Soprattutto: “nella sconfinata forza di volontà del nostro piccolo guerriero, nella costanza e nell’amore come miglior stimolo all’apprendimento“. E sarebbe per tal ragione che la coppia ha deciso di raccontare, senza filtri, quello che hanno vissuto nel corso di questi mesi. “Non è semplice tradurre in poche righe il nostro sentire“, ha infine ricordato Kledi.

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Quando succedono cose del genere si tocca il fondo” e riprendersi può rivelarsi un’impresa difficile da mettere in pratica. Eppure, il ballerino, tiene a ricordare: “ci sentiamo immensamente grati per avere Gabriel al nostro fianco che, ogni giorno, ci insegna quanto prezioso sia il dono della vita“.

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