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Supermercato: cibi in aumento fino al 70%, cosa costa veramente tanto

Aumenta il malcontento dei cittadini in coda negli store. La rivolta sta per raggiungere il suo apice a causa dell’aumento esponenziale di prezzi sulle materie prime. 

L’economia europea ha chiaramente subito una battuta d’arresto in seguito al dilagare delle dinamiche belliche e all’aumento dei prezzi dei prodotti di uso quotidiano, specialmente sul fronte alimentare. Alcuni supermercati della penisola italiana sono stati presi d’assalto in queste ore da un numero esponenziale di cittadini.

Supermercato (Ansa Foto)

La situazione pare difatti star divenendo sempre più allarmante. Lo stupore dei gestori delle varie attività sul territorio non sarebbe stato abbastanza per testimoniare, fino a questo momento, la crisi che si appresta a dilagare colpendo le famiglie in maggiore difficoltà economica.

Rivolta negli store: è delirio per il boom di prezzi sui beni di prima necessità

Supermercato (Ansa Foto)

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In questi giorni alcuni mirati episodi, riguardanti i prodotti legati all’export del grano per via del blocco dei traffici proveniente dall’Ucraina, avrebbero influito ulteriormente ad aggravare le dinamiche all’interno degli store.

La preoccupazione dei cittadini si è infine riversata nelle corsie dei supermercati. Attraverso gesti di accumulo e frenesia durante la spesa quotidiana. Il risultato, oltre all’aumento dei prezzi su pasta e olio di semi, ha generato anche un immediato scarseggiare di tali prodotti sugli scaffali di numerosi supermarket.

Si tratta di un reale episodio di psicosi collettiva. Iniziato a palesarsi sotto gli occhi dei commessi verso la metà di marzo 2022 nella penisola. E che, a partire dall’inizio di questa stagione estiva, sembra eccedere progressivamente.

Nonostante gli esperti abbiano appurato come quest’attività non possa realmente favorire ad un risparmio a lungo termine, molte famiglie avrebbero continuato a portarla avanti. Soprattutto per timore di dover pagare prezzi ancor più alti con il passare delle settimane.

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A sommarsi, in conclusione, alla paura dei cittadini di non riuscire ad acquistare alcuni prodotti basilari in maniera vantaggiosa si è poi aggiunta anche un’ulteriore ipotesi. Quella di un mancato rifornimento.

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