Ferma al vaglio del Governo la legge sull’eutanasia in Italia sembra non fare un passo avanti da mesi. Fabio Ridolfi è l’uomo che ha chiesto disposizioni ufficiali per il suo fine vita ma lo Stato non lo ha ascoltato.
Lo Stato ignora le sue richieste da mesi. Fabio Ridolfi è un uomo di 46 anni di Fermignano, in provincia di Pesaro. A causa di una tetraparesi è costretto a letto, immobile. Le sue condizioni di vita sono stabili ma le sofferenze sono in aumento. Il suo unico modo di comunicare con il mondo esterno è il puntatore oculare collegato al computer che registra le parole che compone guardando la tastiera.
Si tratta di un’ennesima situazione drammatica che non vede luce. A richiedere aiuto è proprio Ridolfi stesso che tramite il suo supporto ha chiesto ufficialmente di “porre fine alle sue sofferenze tramite la sedazione profonda e continua”, come riporta TGCOM24.
L’uomo, appartenente alla ASL delle Marche, Asur, aveva diffidato formalmente l’azienda sanitaria che gli aveva negato il parere riguardo il farmaco e l’eventuale somministrazione. Affianco a Fabio Ridolfi l’associazione Luca Coscioni che da anni supporta la battaglia per la legalizzazione dell’eutanasia in Italia.
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I legali di Fabio, come riporta TGCOM24, hanno dichiarato che l’azienda sanitaria non avrebbe mai risposto alla richiesta di Ridolfi: “decorsi i termini, i legali di Fabio avrebbero potuto legittimamente procedere con un’azione penale nei confronti dei responsabili dell’inadempimento per omissione di atti d’ufficio”.
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L’avvocato Filomena Gallo, segretario nazaionale dell’Associazione Luca Coscioni direttrice del collegio difensivo di Ridolfi controbatte, come riporta TGCOM24: “Fabio aveva un diritto, quello di poter scegliere l’aiuto medico alla morte volontaria, legalmente esercitabile sulla base della sentenza 242 della Corte Costituzionale. Un diritto che gli è stato negato a causa dei continui ritardi e dell’ostruzionismo di uno Stato che, pur affermando che ha tutti i requisiti previsti dal giudicato costituzionale e riconoscendo che le sue sofferenze sono insopportabili, gli impedisce di dire basta”.
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