Il 5G è realmente pericoloso?

Il 5G desta preoccupazioni. Molti si stanno chiedendo se questa nuova tecnologia di trasmissione dati possa creare problemi seri alla salute degli essere umani. In effetti, lo sfruttamento dello spettro di onde millimetriche (mmWave) per offrire agli utenti una maggiore velocità potrebbe essere veramente una mina vagante. Le radiazioni a radiofrequenza, in alcuni ambienti, vengono considerate pericolose in quanto possono aumentare il rischio di tumori.

Ma cosa è la radiazione a radiofrequenza (RF)? Sostanzialmente, è una forma di energia elettromagnetica formata da onde di energia elettrica e magnetica che si muovono insieme attraverso lo spazio. A differenza dei raggi X e gamma, questa radiazione è a bassa energia e quindi non in grado di emettere radiazioni ionizzanti, le quali possono ionizzare un atomo o una molecola e danneggiare il DNA. Tuttavia, sono ancora in corso degli studi sugli effetti delle radiazioni non ionizzanti.

Nell’attesa, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), appartenente all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha definito le radiazioni RF come “potenzialmente cancerogene per l’uomo” in base ad un riscontro avvenuto in uno studio di un possibile collegamento tra l’utilizzo del cellulare e uno specifico tipo di tumore cerebrale. Naturalmente, l’IARC considera le prove generali “limitate”.

Quindi, alla luce di quanto esposto sopra, il 5G è veramente una minaccia? Tenendo conto che gli attuali limiti di sicurezza per l’esposizione all’energia a radiofrequenza siano accettabili per proteggere la salute pubblica, la risposta è no. Ma, come per qualsiasi nuova tecnologia, ulteriori indagini approfondite sarebbero doverose.

Il 5G è ormai in procinto di partire. Ad esempio, in Italia è già partita la sperimentazione all’insaputa di tutti e non senza polemiche. Le città scelte sono 120 e abbracciano l’intero territorio nazionale. Nei primi due anni, la velocità al secondo sarà compresa tra i 10 e i 50 Gigabit fino ad arrivare poi, entro il 2025, a 100 Gigabit.

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