India, le trincee costruite dai coltivatori di tè stanno danneggiando gli elefanti

Gli abitudinari consumatori di tè nel mondo non hanno la minima consapevolezza di quanta sofferenza possa causare la produzione e la raccolta delle preziose foglie aromatiche. A subirla sono gli elefanti asiatici, che vagano spesso nelle piantagioni.

Dopo la Cina, l’India è la maggiore produttrice di tè al mondo. Nel 2016, le tonnellate raccolte sono state 1,27 milioni. Siccome la terra in cui vengono coltivate le piante di tè sono pianeggianti, gli agricoltori, per favorire il drenaggio ed evitare l’accumulo di acqua stagnante, costruiscono delle trincee, le quali però sono un pericolo per gli elefanti più giovani, che vi cadono a volte all’interno. Zampe rotte o ferite profonde sono le sofferenze più comuni, che a volte ne causano anche la morte.

Di recente, un rapporto da parte dell’associazione “Project Elephant” ha evidenziato che, dei decessi non naturali, 8 su 10 sono stati causati dalle cadute dentro le trincee.

I veterinari di un’altra associazione, la “Wildlife Trust of India”, hanno dovuto curare negli ultimi 20 anni 181 piccoli elefanti, tra cui 42 per lesioni causate dalle cadute nelle trincee. Alla fine, solo 18 di questi cuccioli sono stati reintegrati nel loro branco. Quelli rimasti sono stati allevati in cattività e poi rimessi in libertà.

Le popolazioni di elefanti indiani sono a rischio estinzione. Negli ultimi 75 anni, sono diminuite più della metà. Per questo motivo, molte organizzazioni a difesa dell’ambiente animali stanno incoraggiando i consumatori ad utilizzare marchi che adottano varie precauzioni per proteggere questi mammiferi. Purtroppo, sono pochissimi quelli che stanno attenti a questo aspetto, se non altro perché è molto difficile trovare piantagioni di tè non attraversate dagli elefanti.

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