Ilaria Capua: “Nella fase 2 bisogna mitigare il contagio”

La virologa italiana Ilaria Capua ha provato a indicare la strada per uscire dalla paralisi dell’emergenza sanitaria del Covid-19.

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Ilaria Capua (Huffingtonpost.it)

La dottoressa Ilaria Capua è stata intervistata da ‘Leggo.it’, rispondendo ad alcune domande sul Coronavirus: Il 4 maggio in Italia potrebbe finire davvero il lockdown? “Chi ha gli anticorpi al Covid-19 può uscire di casa”. E gli altri? “È inutile tenere tutti chiusi in casa ma occorre andare già a caccia degli anticorpi, rovesciando l’approccio alla pandemia. Gli ospedali non sono più al collasso come tre settimane fa e quindi ora sono un punto di forza”. La sicurezza sanitaria scatta quando ci sarà l’annuncio dei ‘contagi zero’?
“No, la parola d’ordine è ‘mitigare il contagio’, non certo puntare a bloccarlo in una fase come questa. Il virus non si estingue da solo, ha avuto una diffusione molto rapida anche grazie alla mobilità umana. Potrebbe cambiare e magari diventare un’influenza, che, chiarisco, non è affatto una situazione banale per chi si ammala”. Mitigare il contagio vuol dire conviverci? “Sì, facendolo uscire per tenerlo sempre più sotto controllo. Ecco perché la consapevolezza del rischio è un elemento importante per la riorganizzare la collettività. In una griglia del rischio va evidenziato che gli anziani ma anche i soggetti giovani sono più vulnerabili se hanno patologie intercorrenti: una malattia che sopraggiunge durante il decorso di un’altra”.

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Ilaria Capua: “Meglio fare a tutti un test unico”

Covid-19
Ilaria Capua (foto dal web)

Quale errore si può commettere nella voglia di ripartire? “Una volta messo in atto il lockdown, si deve andare a caccia degli anticorpi. Solo cercando gli anticorpi nelle persone infette, si potrà tracciare la strada della nuova convivenza sociale”. Il test sierologico può essere utile per accompagnare le prime fasi della riapertura? “Non conosco questo tipo di test, non mi esprimo”.

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Ogni Regione annuncia un tipo di test autonomo, alludendo al rilascio di una ‘patente d’immunità’. “Meglio sottoporre la popolazione ad un test unico e scientificamente valido per tutta la Nazione”.

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