Sindrome delle gambe senza riposo o sindrome di Ekbom. Un disturbo di cui raramente di parla e che coinvolge un numero crescente delle popolazione. Di cosa si tratta
La sindrome delle gambe senza riposo è un disturbo medico che coinvolge tra il 3% e il 9% della popolazione, principalmente (ma non esclusivamente) di sesso femminile.
La prima volta che fu individuata e studiata fu nel 1940 ad opera di un neurologo svedese che ne descrisse caratteristiche e sintomatologia. Viene conosciuta anche con l’acronimo LRS, Restless Legs Syndrome.
E’ una malattia subdola poichè difficile da diagnosticare e da individuare con precisione, spesso può essere confusa con altro e associata a disturbi non correlati. Sicuramente c’è una predisposizione genetica ma, ad oggi, è impossibile stabilirne una causa certa.
I sintomi compaiono principalmente nelle ore notturne e si attenuano con il movimento degli arti inferiori. Di solito prevedono: contrazioni, formicolii, tremori ed intorpidimento, scatti e movimenti involontari, disturbi della sensibilità e necessità impellente di muovere le gambe.
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Sindrome delle gambe senza riposo, cosa la scatena
La sindrome delle gambe senza riposo fa la sua comparsa principalmente con l’avanzare dell’età, soprattutto dopo i 40 anni, anche se recenti studi hanno verificato che alcuni pazienti avvertono i segni preliminari intorno ai 20 anni. Ne esistono di due categirie:
- Forma idiopatica o primitiva: sviluppo lento e progressivo. Non esiste correlazione con alcuna causa scatenante. I sintomi si verificano pian piano per mesi, a volte per anni, e ha una forte connotazione genetica.
- Forma secondaria: interessa pazienti con più di 40 anni d’età. Tipica di ha già condizioni cliniche pregresse (come carenza di ferro nel sangue) o conseguenza di cure farmacologiche. Al contrario della forma primitiva, la RLS secondaria si manifesta in modo improvviso e repentino.
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E’ stato verificato che può essereci una correlazione tra la sindrome delle gambe senza riposo e i seguenti disturbi: artrite reumatoide, amiloidosi, disordini autoimmuni, diabete mellito, disturbi della tiroide, insufficienza venosa, celiachia, malattia di Lyme, radicolopatia, morbo di Parkinson, insufficienza renale, uremia, carenza di magnesio, folati e vitamina B12.
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