Coronavirus Italia | “Il 38enne di Codogno già al ristorante non stava bene”

Coronavirus Italia, il cosiddetto “paziente uno”, ovvero il 38enn di Codogno che ha contagiato la moglie incinta ed altre persone, ha cenato in un ristorante.

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Situazione Coronavirus Italia FOTO yeslife

Parla la proprietaria di un ristorante di Piacenza che nei giorni scorsi ha visto il ‘paziente uno’ andare a cena, prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria da Coronavirus in Italia. Una situazione che ora le autorità sia mediche che governative stanno cercando di contenere. E che presenta comunque dei numeri assai contenuti, tali da non giustificare allarmismo od isteria di massa. La ristoratrice, in merito alla vicenda del 38enne di Codogno che avrebbe infettato altre persone, trova “grave avere saputo prima dai giornali e poi dalla Asl che quella persona è stata a cena da noi. Era stato da noi a mangiare la sera di sabato 15 febbraio. Siamo molto scossi e di questa cosa siamo certi visto che il giorno 23 una operatrice della Asl ci ha fornito il nome di tutti i posti in cui questo paziente uno era stato. Ma il nome del mio locale già figurava da diverse ore sul Corriere della Sera, come parenti ed amici avevano segnalato a me ed alla mia famiglia. Avessero informato anche noi, avremmo chiuso il ristorante per non esporre ulteriormente tante altre persone a possibili rischi”.

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Coronavirus Italia, la proprietaria del ristorante: “Prima la stampa e solo dopo la Asl”

Sara Merlini, questo il nome della donna, parla a Selvaggia Lucarelli di quanto successo. “Tutti noi del ristorante, compresi tutti i dipendenti, siamo risultati negativi al test di rilevazione da Coronavirus. Ci hanno chiesto dove fosse seduto il paziente 1, era in compagnia della moglie incinta oltre che di due coppie e tre bambini. Ci era parso non stare bene Purtroppo abbiamo ricevuto diverse telefonate di clienti allarmati che hanno disdetto le loro prenotazioni, anche se comunque abbiamo deciso di chiudere il locale nonostante non ci fosse stato chiesto dalla Asl. Mercoledì 26 ci dovrebbe essere la riapertura, ma per ora senza prenotazioni. Tornare alla normalità sarà dura, c’è una psicosi in giro che è difficile da placare, anche se la comprendo. Stiamo pensando di procedere con sanificazione completa. Ma mi domando però come mai un giornale abbia saputo che un contagiato era stato qui prima di noi che abbiamo responsabilità nei confronti di noi stessi, delle nostre famiglie e dei nostri clienti”.

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