Coronavirus, Oms avverte: “Cosa fare per bloccare il contagio”

Il direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità avverte che serve fare più test in materia di coronavirus, sono ancora troppo pochi quelli fatti

Coronavirus
Oms (ilfattoquotidiano.it)

“Il nostro messaggio chiave è: test, test, test“, su ogni caso sospetto di coronavirus. Questa la “ricetta” che l’Organizzazione mondiale della sanità intende adottare per bloccare il contagio del coronavirus. Quella che il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus ha definito come la “crisi sanitaria che segna la nostra epoca” nel corso del consueto briefing.

“I prossimi giorni, settimane e mesi saranno un test per la nostra risolutezza e la nostra fiducia nella scienza – ha aggiunto – e un test per la solidarietà. Crisi come questa tirano fuori il meglio e il peggio dell’umanità”. Una crisi quella scatenata dal coronavirus che non riguarda solo più la Cina e l’Italia ma che è, ormai, un’emergenza mondiale.

La stessa Oms, infatti, nei giorni scorsi ha dichiarato la pandemia. Per vincere la battaglia contro il Covid-19 che non sta uccidendo solo gli anziani, è necessario, come ha spiegato il direttore, che aumenti il numero dei test che vengono fatti. Per Ghebreyesus se ne fanno ancora troppo pochi.

E l’unico modo per cercare di arginare il dilagare del virus è quello di evitare nuovi contagi e dunque “rompere le catene della trasmissione” ha detto il direttore dell’Oms. E per farlo “è necessario testare e isolare. Non si può combattere un fuoco con gli occhi bendati. E non possiamo fermare questa pandemia se non sappiamo chi è infetto”.

LEGGI ANCHE —> Coronavirus, il caso Vo’: “Ecco cosa accade a più della metà delle persone”

Coronavirus, l’Oms mette in allerta i giovani

Molte persone ancora sottovalutano ancora il subdolo coronavirus e non si attengono alle misure che sono state adottate per contrastarlo. Il motivo? Danno poca importanza alla pandemia anche in base al fatto che spesso è stato specificato che le principali vittime del Covid-19 sono gli anziani. Dall’Oms però tengono a precisare che non è proprio così: “Questa è una malattia grave. Anche se le prove che abbiamo suggeriscono che gli over 60 sono a maggior rischio, sono morti anche giovani, compresi i bambini“.

Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico del programma per le emergenze dell’Oms ha precisato, infatti, che “quello che sappiamo sui bambini è che sono suscettibili all’infezione, seppure con percentuali inferiori agli adulti e generalmente tendono ad avere sintomi più blandi”. “Abbiamo visto anche dei casi di morte e quindi non possiamo dire in maniera universale che i sintomi siano sempre lievi – ha detto in modo deciso – Per questo è importante proteggerli”.

Dall’Oms dunque un doppio monito. Non sottovalutare il virus per cui un alt ai giovani e ai bambini, e ai genitori, perché non è detto che non possano essere “colpiti” ma anche al mondo intero. Il restare a casa ed evitare i contagi è ottimo ma se non verrà tracciata “digitalmente la catena trasmissiva” del virus, “testata con tamponi mirati e trattata con soluzioni tecnologiche avanzate i pazienti ” (il Trace, Test & Treat) le misure no serviranno a nulla.

LEGGI ANCHE —> Coronavirus, via al test sull’uomo per un vaccino: “Sarà iniettato a dei volontari”

Coronavirus
Coronavirus (Getty Images)
Impostazioni privacy