Il “Cura Italia” apre le carceri: il sindacato di Polizia grida all’indulto

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Il decreto Cura Italia lascia la possibilità ai detenuti condannati fino a 18 mesi di scontare la pena ai domiciliari. Il sindacato grida all’indulto

L’articolo 123 del decreto Cura Italia lascia la possibilità ai detenuti condannati fino a 18 mesi di scontare la pena ai domiciliari. La scelta spiega la tregua delle case circondariali dopo le proteste degli ultimi giorni. Tuttavia, la questione ha fatto scatenare la reazione del sindacato di Polizia. Costoro vedono i loro sforzi quasi in fumo e contestano. L’agenzia stampa AdnKronos riprende le parole del Segretario Generale del SAP, Stefano Paoloni.  “Abbiamo tutti letto il decreto ‘Cura Italia’, ma è l’articolo 123 che lascia basiti, permettendo di fatto a tutti coloro che devono scontare una pena fino a un massimo di 18
mesi, di poter terminare tale pena ai domiciliari”. Così Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia, sull’articolo 123 del Decreto Legge 16 marzo 2020 denominato Decreto Cura Italia. “Dopo tutta la fatica che si compie per arrestarli – continua Paoloni – dopo tutti i rischi, ecco questo provvedimento che definirei un indulto. Tutto questo delegittima un intero sistema. Già far scontare per intero le pene è diventata cosa particolarmente difficile, ma questo nuovo provvedimento libera di fatto chi ha meno di 18 mesi da scontare e permette i domiciliari a chi nella maggior parte delle volte non ha nemmeno un domicilio certo”.

Il sindacato grida all’indulto e spiega

E ancora: “E’ un provvedimento grave per molti aspetti – continua il segretario del Sap – chi controllerà tale detenzioni domiciliari con un intero apparato massicciamente impegnato a fronteggiare le conseguenze di una pandemia? Un apparato, ricordiamo, al quale si chiede di alternarsi al lavoro per meglio contrastare i rischi di contagio. E’ vergognoso che uno Stato legittimi le rivolte. Quanto accaduto nelle carceri la scorsa settimana è di fatto legittimato. Si premiano tali comportamenti con uno sconto di pena, anziché prevedere sanzioni aggiuntive”.

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