Villa Miralago studia l’italiano in quarantena: la ricerca

Villa Miralago, insieme al politecnico di Milano, ha condotto una ricerca in cui ha analizzato l’identikit dell’italiano in quarantena. 

Cibo congelato
(Getty Images)

Il governo, per ridurre la diffusione del covid-19 in Italia, ha imposto il lockdown dal 9 marzo 2020. Le misure restrittive saranno in vigore almeno fino al 3 maggio. Gli italiani sono in quarantena e possono uscire da casa solo per comprovate esigenze lavorative, per motivi di salute e per motivi di urgenza -come fare la spesa- dotandosi di un’ apposita autocertificazione. Le abitudini dei cittadini sono naturalmente cambiate e in modo anche radicale. Villa Miralago, centro per la cura dei disturbi alimentari, ha condotto uno studio per tracciare l’identikit dell’italiano in quarantena insieme alla school of management del Politecnico di Milano.

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L’identikit dell’italiano in quarantena

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Smartworking (foto Pixabay)

Stando al report, chi è costretto alla quarantena è preoccupato per la salute e per la situazione economica. Come se non bastasse, si dorme male e si mangia peggio. La ricerca è stata effettuata attraverso questionari inviati tramite whatsapp, facebook e linkedin. Da quanto emerge dallo studio, i lombardi (la maggioranza tra quelli che hanno risposto al questionario) mostrano una buona tenuta psicofisica ma iniziano a mostrare una tendenza ad ingrassare. Quattro persone su dieci hanno svelato che il clima in casa è diventato più stressante mentre il 15% parla di un clima conflittuale: sempre quattro su dieci hanno dichiarato di prendere farmaci ansiolitici e antidepressivi.

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Smartworking
(Getty Images)

Per quanto concerne l’alimentazione, il 54% non ha modificato il proprio apporto calorico mentre il 33% lo ha addirittura aumentato. Solo il 23% sfrutta il tempo libero per attività fisica mentre il resto preferisce leggere e parlare con amici. Cambiate anche le scelte alimentari: il 46% attribuisce la colpa alla difficoltà di recarsi nei punti vendita con la stessa frequenza di prima mentre per il 10% la necessità primaria è quella di contenere le spese.

 

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