“Non doveva morire” | Vittorio Sgarbi piange in diretta a “Io e te”

Vittorio Sgarbi entra in studio e scoppia a piangere a Io e Te: “Non sto bene, non doveva morire”

Giulio Giorello
Giulio Giorello (Getty Images)

Siamo tutti abituati a vederlo severo con tutti ma oggi abbiamo avuto una versione inedita di Vittorio Sgarbi che è scoppiato a piangere durante l’intervista alla trasmissione Io e Te. Ospite nel salotto di Rai 1 nel programma condotto da Pierluigi Diaco, dove ha deciso di ricordare la scomparsa di un suo caro amico. Si tratta di Giulio Gorello, filosofo di professione, che ha perso la sua battaglia contro il Coronavirus. Sgarbi si è raccontato a cuore aperto senza riserve, dall’infanzia alla sua passione per la cultura. Ma proprio all’inizio dell’intervista, Sgarbi si è commuove fino alle lacrime lasciando sconcertato Diaco.

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Oggi non sto bene – spiega Sgarbi – ieri è morto Giulio Giorello, un amico. Era stato ricoverato per Covid, dimesso poco dopo. Ma forse questo ha aggravato le sue condizioni. Non doveva morire”. Lo stesso conduttore ha deciso inoltre di rendere omaggio alla scomparsa del noto filosofo attraverso un applauso sentito e sincero, e ha deciso di avvicinarsi al critico quasi a sfiorarlo.

La risposta di Diaco è stata repentina: “Poco fa tu ti sei avvicinato a me, ci siamo sfiorati, ci saranno tantissime polemiche perché non abbiamo rispettato le misure di sicurezza. Come ci giustifichiamo col pubblico?” La risposta di Sgarbi non è mancata ad arrivare: “Il medico di Berlusconi, Zangrillo, ha detto che il virus è clinicamente estinto. Io cito solo Zangrillo“.

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Vittorio Sgarbi: “Dopo l’infarto mi sento più in forma”

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi piange durante l’intervista a Io e Te (Google)

Sgarbi ha accennato anche all’infarto avuto qualche mese fa. “Ho avuto l’intuizione – spiega – di andare dal medico più vicino. Mi hanno detto che se avessi aspettato un’altra mezz’ora sarei morto. Dopo l’intervento, ho scritto subito un articolo d’arte per il Corriere della Sera e il caporedattore mi ha risposto: Ma non eri morto?. Mi vennero a trovare un sacco di persone, da Bonaccini a Berlusconi, era diventata una festa. Una volta superato il pericolo, non bisogna fare le vittime. Ora per fortuna sto bene”.

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