Le regole dello smartworking che verrà

Il Disegno di legge depositato da ventuno senatori pentastellati a fine maggio in Senato, presso la Commissione Lavoro, prevede nuove regole sullo smartworking  post Covid-19.

Le regole dello smartworking che verrà
Smartworking (foto pixabay)

Alla fine di maggio ventuno esponenti del Movimento Cinque Stelle, tra cui, quale prima firmataria, Sabrina Ricciardi, hanno depositato presso la Commissione Lavoro del Senato un disegno di legge che riformula le regole esistenti sullo smartworking dopo il ricorso massiccio (ma sregolato) all’istituto in questi mesi.

Al centro del provvedimento il tema degli orari di lavoro, il diritto al riposo e la regolamentazione della reperibilità.

La nuova normativa prevede che datore di lavoro e lavoratore concordino delle fasce orarie di reperibilità del lavoratore: nel restante orario di lavoro il lavoratore ha il diritto di non essere contattato.

Inoltre, indipendentemente dalle fasce di reperibilità le prestazioni lavorative devono essere effettuate (e possono essere pretese) in un arco temporale non superiore alle 13 ore giornaliere essendo previsto un periodo di riposo minimo di 11 ore ogni 24 e comunque di 48 ore dopo 5 giorni di lavoro consecutivo.

Leggi anche —> Smartworking per sempre: la rivoluzione iniziata con la pandemia

Se vuoi essere sempre informato in tempo reale, seguici sulle nostre pagine FacebookInstagram e Twitter.

Lo smartwoking al centro di un ddl presentato da 21 senatori M5S

Le regole dello smartworking che verrà
Scrivania (foto Pixabay)

Ad oggi ciò che è certo è che con la proroga dello stato di emergenza al 15 ottobre anche le procedure semplificate per l’introduzione dello smartworking nelle aziende private sono prolungate.

La legge che ha introdotto la disciplina sul lavoro agile prevederebbe la necessità di un accordo tra lavoratore e datore di lavoro che contenga le modalità della prestazione lavorativa a distanza.

Questo tipo di accordi possono prevedere, tra le altre cose, le fasce di reperibilità e soprattutto il diritto alla disconnessione.

Tuttavia, come noto, data la scarsa diffusione prima della pandemia e la centralità acquista dall’istituto a causa del lockdown, la normativa emergenziale ha permesso una temporanea deroga a tali norme permettendo l’introduzione dell’istituto senza -se e senza ma- per tutte le mansioni compatibili.

Le regole dello smartworking che verrà
Work from home (foto Pixabay)

Potrebbe interessarti anche —> Dipendenti digitali in smart working: ampliata la proroga

Impostazioni privacy