Il governo chiude i boschi di Genova: emergenza peste suina

Il governo prende i primi provvedimenti per contrastare la nuova emergenza, stop a tutte le attività che potrebbero portare alla diffusione del virus. È zona rossa 

Il governo chiude i boschi di Genova: emergenza peste suina
Cinghiali (Foto da Pixabay)

L’allarme per il virus della peste suina africana (PSA)  è stato lanciato a partire dal 2018 in Belgio. In Italia è già da tempo che si effettuano controlli sulle carcasse dei cinghiali selvatici.

In Liguria, nel 2021 sono stati eseguiti test su 250 esemplari e nessuno di questi mostrava la patologia. Solo a partire dal 2022 sono stati evidenziati i primi casi positivi.

I controlli vengono effettuati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ed in caso di esito positivo gli esami vengono inviati al Centro di Referenza Nazionale sulle pesti suine.

Da subito sono partite le raccomandazioni da parte della regione Liguria che ha preso parte all’unità di crisi per fronteggiare la questione, diramando l’allarme. Ad oggi l’area infettata individuata dal Ministero della Salute, dalla Regione Piemonte e dalla Regione Liguria comprende 114 comuni dei quali 78 in Piemonte e 36 in Liguria.

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Mountainbike (Foto da Pixabay)

L’ordinanza del Ministero, sottoscritta dai ministri Speranza e Patuanelli prevede lo stop ad ogni “interazione diretta e indiretta con cinghiali infetti”.

Per questo motivo saranno vietate per un periodo di 6 mesi tutte le attività che potrebbero portare ad un contatto con gli animali, come la raccolta di funghi e tartufi, la pesca, il trekking e la mountain bike. Fino al mese di luglio non sono permesse neanche gite ed escursioni in tutta la zona. Un vera e propria chiusura dei boschi e dei monti di Genova.

Tuttavia resta ammessa la caccia di selezione, autorizzata dai servizi regionali di competenza, sulla base di valutazioni dell’area coinvolta.

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Le vittime di questo virus sono solo ed esclusivamente suini selvatici e domestici. Sono quindi escluse tutte le altre specie, compreso l’uomo che non rischia di contagiarsi. A spaventare maggiormente sono le ripercussioni economiche che si avrebbero nel nostro Paese se il virus colpisse gli allevamenti del settore suinicolo.

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