Coronavirus, l’esperto sul picco dell’epidemia: “Vi indico quanti casi ci aspettiamo”

Il professor Silvio Garattini è intervenuto alla trasmissione Circo Massimo per parlare dell’emergenza coronavirus che sta attraversando l’Italia.

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L’Italia è in piena emergenza a causa dell’epidemia da coronavirus. Ormai da settimane il Covid-19 sta mettendo in ginocchio il Paese intero. Secondo i dati diffusi ieri dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli, in tutta la penisola sono 24.747 le persone risultate positive al tampone, 1.809 i decessi e 2.335 i guariti. Numeri che secondo le stime degli esperti non rappresentano il picco dell’epidemia e che, dunque, potrebbero crescere nei prossimi giorni potendosi addirittura raddoppiare. Dello stesso avviso è Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri che ha rilasciato un’intervista alla trasmissione radiofonica Circo Massimo, in onda su Radio Capital.

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Coronavirus, il professor Garattini: “Alla fine della prossima settimana ci aspettiamo un picco realistico di 30-40mila casi

Credo che nessuno possa fare l’indovino. Ci sono persone che hanno fatto calcoli e proiezioni, ma credo che l’unica cosa che si può dire è che tutto dipenderà da noi da noi, dalla nostra capacità di evitare il contagio. Secondo alcune indicazioni statistiche, alla fine della prossima settimana ci aspettiamo un picco realistico di 30-40mila casi“. Così il professor Silvio Garattini ha iniziato il proprio intervento alla trasmissione Circo Massimo, in onda su Radio Capital. Il fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri commentando l’emergenza da coronavirus che sta attraversando l’Italia ha proseguito: “Le persone contagiate sono molte di più di quelle che noi riteniamo lo siano, in base ai controlli. Ci sono persone in cui si manifesta una sintomatologia molto bassa che difatti noi non contiamo, ma ci sono e sono in grado di diffondere il contagio”.

Provvedimenti mirati? Se tutti -prosegue Garattiniavessero stili di vita adeguati e ci fosse un’adeguata prevenzione, forse saremmo più resistenti. Noi dobbiamo pensare che la diffusione di virus e batteri continuerà a esserci, dobbiamo ripensare il mondo della salute in qualche modo, questa è un’occasione, nonostante la tragica situazione, per pensare a cosa fare di meglio per il futuro“.

Garattini sul farmaco contro l’artrite: “Sarebbe bene che i risultati venissero resi noti in modo da vedere se vale la pena continuare il trattamento

Siamo un Paese – afferma Garattini- poco preparato a questo tipo di attività, abbiamo reso la ricerca quasi inesistente, la finanziamo molto meno di qualsiasi altro paese europeo. Dobbiamo pensare anche a questo”.  In merito al farmaco contro l’artrite reumatoide che si sta utilizzando per combattere il coronavirus Garattini ha aggiunto: “A breve bisogna vedere qual è l’efficacia del farmaco che stanno studiando a Napoli. Sarebbe bene che, siccome ci sono già un po’ di pazienti, i risultati venissero resi noti in modo da vedere se vale la pena continuare il trattamento. Si sta studiando anche un farmaco che fu usato per ebola, in Cina è in fase avanzata. Poi c’è l’anticorpo che stanno studiando in Olanda che potrebbe essere importante. Ma c’è bisogno di tempo, anche per la sperimentazione umana. Io spero che i farmaci si rivelino attivi.

Infine il fondatore dell’Istituto Negri ha concluso: “La linea giusta è quella di continuare ad effettuare tamponi, però è impossibile farlo a 60 milioni di italiani. Fare i tamponi molto più mirati, in particolare agli operatori sanitari e a quelli più a rischio, cioè quelli che hanno avuto qualche sintomo“.

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