Coronavirus, cresce bilancio al Sud: “Con il Nord intervallo di pochi giorni”

I numeri dell’epidemia da coronavirus continuano a crescere anche al Sud dove si teme un aumento esponenziale dei casi dovuto al grande esodo dello scorso 7 marzo.

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Il bilancio dell’epidemia coronavirus in Italia continua ad aggravarsi giorno dopo giorno. Secondo i dati diffusi ieri dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli, nel nostro paese i contagi sono arrivati a quasi 25mila ed i decessi hanno superato i 1.800. I casi sono maggiormente concentrati nel Nord Italia, ma negli ultimi giorni sono saliti anche nelle regioni meridionali. Ad aver influito potrebbe essere stato l’esodo dalla Lombardia scatenatosi nella notte tra il 7 e l’8 marzo quando sono trapelate le notizie in merito alla chiusura totale della regione che ha portato alla fuga di circa 100mila persone verso il Sud. Solo nelle regioni meridionali, da sabato a domenica, in sole 24 ore si sono registrati 146 nuovi casi di contagio e 16 decessi in più.

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Coronavirus, cresce il numero dei contagi anche al Sud: 146 casi e 16 decessi in più in sole 24 ore

Non accennano a scendere la curva dei contagi da coronavirus in Italia. Durante la consueta conferenza stampa quotidiana di ieri alla Protezione Civile, il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli ha diramato il nuovo bilancio: nel nostro Paese sono 24.747 le persone risultate positive al tampone, 1.809 i decessi e 2.335 i guariti. Oltre la metà dei casi e delle vittime è concentrate in Lombardia (13.272 contagiati e 1.218 decessi) ed in altre regioni settentrionali, ma i numeri crescono anche al Sud.

Ad aver influito, secondo alcuni esperti e governatori delle regioni del Mezzogiorno, come riporta la redazione de Il Corriere della Sera, potrebbe essere stato l’esodo verificatosi nella notte tra il 7 e l’8 marzo. Circa 100mila persone, venute a conoscenza dell’intenzione del Governo di estendere la zona rossa e chiudere la Lombardia, hanno deciso di lasciare la regione per “fuggire” al Sud. Alcune di queste, inoltre, non si sarebbero autodenunciate mettendo a rischio sé stessi e le persone vicine.

A conferma di questa teoria ci sono i dati, numeri sul contagio che raccontano di una crescita elevata nella maggior parte delle regioni del Sud in sole 24 ore. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, in Sicilia si è passati da 150 casi a 179 in sole 24 ore, in Puglia da 156 a 212, una crescita di circa il 35%, in Campania dai 243 casi di sabato si è arrivati a 296, mentre in Calabria si è passati da 59 a 66 soggetti positivi al tampone. Anche in Basilicata è stato registrato un aumento, seppur il più basso tra le regioni del sud, con un solo nuovo caso di contagio tra sabato e domenica. Nessun nuovo caso nelle ultime 24 ore, invece, in Molise.

Numeri che sicuramente spaventano considerato che nelle regioni del sud (Calabria, Puglia, Molise, Basilicata e Sicilia) complessivamente il bilancio è salito di 146 casi, passando da 635 soggetti positivi al tampone a 781 con 16 decessi in più in sole 24 ore (da 12 a 28).

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Coronavirus, il virologo Pier Luigi Lopalco: “Tra Nord e Sud c’è un intervallo di una manciata di giorni”

In merito, il virologo Pier Luigi Lopalco ha affermato: “Tra Nord e Sud – riporta Il Corriere della Serac’è un intervallo di una manciata di giorni. Noi speriamo che l’ondata arrivi qui quando al Nord si è già allentata la morsa. Se si liberano risorse al Nord, possono essere spostate al Sud “. Il virologo parlando poi della disparità di personale sanitario tra Emilia-Romagna e Puglia, che pur con lo stesso numero di abitanti quest’ultima conta 15mila addetti in meno: “È come se noi giocassimo in 6 e gli altri in 11. E non basta un uomo solo al comando. Mi faceva ridere quando chiamavano Cottarelli, pur bravissimo, per tutte le emergenze. A fare la differenza non è una persona, ma il sistema complessivo“.

Previsioni che preoccupano i residenti delle regioni meridionali ed i rispettivi governatori. Tra questi anche la neo eletta presidente in Calabria Jole Santarelli che ha parlato del timore per il sistema sanitario della regione: “Abbiamo cento posti in terapia intensiva. Non so – riporta Il Corriere della Sera – fare previsioni sulle nostre capacità di reggere“.

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