Covid-19, Remuzzi rassicura: “Zero contagi a fine maggio”

È fiducioso il direttore dell’istituto Mario Negri che vede confermati i dati statistici dello studio pubblicato sul Covid-19. Avverte però che ci vuole ancora costanza e rigore, soprattutto al Sud. E poi chiede più igiene da parte della Cina altrimenti si rischiano nuove pandemie

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Giuseppe Remuzzi (primabergamo.it)

Buone e rassicuranti notizie arrivano da Giuseppe Remuzzi , l medico italiano che dal 2018 è direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”. Lo studioso manda un messaggio di speranza all’Italia tutta: entro fine maggio si arriverà ad azzerare i contagi proprio come sta avvenendo oggi Wuhan.

È fiducioso il medico che afferma che già da questi giorni l’evoluzione dei contagi sta diminuendo proprio come il suo istituto aveva pronosticato nello studio pubblicato dalla rivista Lancet.

Non dà certezze però Remuzzi ma precisa che fino ad ora le proiezioni che sono state fatte sono state precise e hanno rispecchiato la realtà. Tra questi i dati dei posti necessari in terapia intensiva per aprile, quasi 4 mila e così è stato. Mette le mani avanti lo studioso su quello che però potrebbe accadere al Sud: “Le fotografie che ho visto in questi giorni, con le strade piene, non sono un buon presagio” ha avvertito durante la sua intervista a Libero Quotidiano.

I calcoli sono stati fatti grazie a statistici di primo livello, ha rivelato il direttore del Mario Negri. Hanno usato un metodo di calcolo che ha paragonato La Lombardia alla città di Wuhan e l’Italia tutta alla regione Hubei, accomunate dalla stessa grandezza di abitanti.

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Covid-19, Remuzzi: “Attenzione alla Cina”

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Remuzzi (kilometrorosso.com)

Su una possibile riapertura Remuzzi indica che si può pensare ad un processo scaglionato solo quando “i numeri iniziano a scendere significativamente”.  Meglio uscire da casa, quando è possibile, annuncia il medico, perché è quello uno dei possibili luoghi di contagio. E con questo il medico non vuole dire che lo slogan restiamo a casa sia sbagliato ma che è sempre necessario guardare alle condizioni di come si sta in casa.

E sulle morti che si potevano evitare Remuzzi ammette che molte sono accadute perché gli ospedali erano saturi. Curarsi a casa non è sbagliato ammette ed è sufficiente “nell’ 80% dei casi – dice – anche se a casa contagi gli altri e la maggior parte dei morti si è infettata tra le mura domestiche”. La cosa migliore dunque? Creare, sul modello cinese, delle strutture intermedie dove ricoverare e assistere i positivi.

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Sulla morte dei giovani il medico avverte che il Coid-19 è una “malattia strana” che non solo presenta tosse e febbre ma che può precipitare e accade “nel 10% dei casi seri”. Si può morire, infatti, anche con il respiratore attaccato, puntualizza il direttore del Negri. “La verità è che non abbiamo ancora capito bene cosa succede a un certo punto in questi polmoni e nell’ apparato cardiovascolare”.

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In chiusura Remuzzi però manda un allert al mondo intero ed in primis alla Cina. Se si vuole “interagire con il resto del pianeta deve iniziare a curare l’igiene – tuona – altrimenti, sconfitto il Covid-19, da lì arriverà qualcos’altro. È inammissibile la promiscuità tra uomini e animali di certi mercati cinesi: il virus nasce lì – conclude – n condizioni di pulizia drammatiche”.

 

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