Scontro Lombardia-Governo sulla ripartenza: c’è un passo indietro

Nella serata di ieri è giunto un semi passo indietro da parte di Attilio Fontana il quale in mattinata pareva aver chiesto a Palazzo Chigi una riapertura a far data dal 4 maggio: il governatore della Lombardia, dopo una pioggia di critiche, ha dichiarato di essere stato mal interpretato.

Attilio Fontana
Il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (Getty Images)

Nuove tensioni tra la Lombardia ed il Governo centrale in merito alla riapertura degli esercizi commerciali: il governatore Attilio Fontana dopo aver inviato una nota a Palazzo Chigi in cui chiedeva una ripartenza a far data dal 4 maggio, riporta La Repubblica, in serata ha fatto dietro-front. Il presidente lombardo ha dichiarato di essere stato mal interpretato in quanto ben a conoscenza che tale materia è sottratta alla competenza delle regioni e spetta in via esclusiva al Governo.

Eppure quella di Fontana poteva ben essere una decisione dettata dall’attuale momento critico vissuta alla sua Regione. La Lombardia nel mese di marzo ha registrato un danno economico di portata biblica a causa dello stop delle attività produttive, il suo cuore pulsante.

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Fontana chiede ripartenza il 4 maggio, poi fa un passo indietro: “Mal interpretato”

Coronavirus Milano
Coronavirus Milano (Foto dal web)

La Regione Lombardia, nella mattinata di ieri avrebbe chiesto al Governo il via libera per far ripartire le attività produttive a far data dal 4 maggio. Tuttavia in serata sarebbe giunta l’errata corrige. Attilio Fontana avrebbe, infatti, dichiarato di essere stato mal interpretato e di essere a conoscenza che queste sono decisioni esclusive del Governo centrale, sottratte alla competenza delle Regioni. Il governatore ha precisato trattarsi di una “graduale ripresa delle attività ordinarie – riporta La Repubblica- che sarà concordata con il governo“.

Una manovra quella di Fontana, riporta La Repubblica, che ha suscitato non pochi dubbi ed ha attirato a sé piogge di critiche (forse alla base poi del passo indietro). Tra queste, quella del viceministro al Mise Stefano Buffagni, il quale aveva ritenuto la richiesta della Lombardia un chiaro errore, nonché la decisione di Fontana un cambio inspiegabile e repentino di vedute basato su dati poco chiari.

La Lombardia, oggi nel bel mezzo del fuoco incrociato di giornalisti e magistratura, dovrà essere cauta. A spiegare il motivo, riporta La Repubblica, Ranieri Guerra. Il direttore generale aggiunto dell’Oms ha fatto presente che la Regione di Attilio Fontana è il “pilota” di quello che sarà l’evolversi dell’epidemia in Italia.

La Lombardia dovrà tener ben conto di quella che sarà la gestione della quotidianità dopo l’emergenza. Dovrà essere cauta nelle sue decisioni. Se da un lato vi sono gli imprenditori che fremono dall’altro i sindaci che frenano.

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Milano
Piazza Duomo a Milano (Getty Images)

Ed infatti, per molti di loro dopo il 4 maggio potrebbe cambiare ben poco. Senza idonei dispositivi è impensabile ritenere di poter tornare alla normalità.

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