Disastro nucleare di Chernobyl, nuovi documenti: non fu solo negligenza

Il disastro nucleare di Chernobyl era annunciato, documenti oggi desecretati parlano di un difetto di progettazione del reattore. 

Chernobyl
(Getty Images)

Era il 26 aprile 1986 quando il cielo di notte di Pripyat, cittadina ucraina, si illuminò come fosse l’alba. Eppure nulla c’era di naturale: il bagliore che destabilizzò la quiete dei suoi abitanti era stato causato dall’esplosione di un reattore all’interno della centrale nucleare vicina, la V.I. Lenin di Chernobyl. Sin da subito i cittadini attoniti si recarono in strada per assistere a quello che a loro avviso era uno straordinario spettacolo, ignari del pericolo mortale di quell’esposizione alle polveri che leggere, come fossero neve, si posavano su di loro. Sulle loro spalle, sui loro figli: fiocchi che avrebbero pesato per sempre poi come macigni sulle loro esistenze.

In quegli anni l’Ucraina faceva parte dell’Urss pertanto numerose furono le accuse da parte della comunità scientifica nei confronti del regime comunista, additato di aver occultato il reale accadimento dei fatti. Oggi emergono nuovi documenti che dimostrerebbero che quello di Chernobyl era un disastro annunciato.

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Disastro nucleare di Chernobyl: desecretati altri documenti

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Il reattore nucleare della centrale di Chernobyl esplose nel cuore della notte del 26 aprile 1986. Da quel momento in poi la comunità scientifica dell’intero pianeta si concentrò su quelle che furono le cause dell’esplosione e se ad aver influito fossero state delle negligenze umane. Un’indagine durata per decenni e che ancora adesso fornisce ricostruzioni contrastanti. Da un lato l’Urss ha sempre negato una sua responsabilità nell’occultamento dei fatti, dall’altro gli scienziati e gli altri Governi hanno messo in discussione queste affermazioni.

Oggi, stando a quanto riporta la redazione di Greenme, sarebbero emersi nuovi documenti desecretati su Chernobyl che farebbero emergere una agghiacciante verità: quello era un disastro annunciato. Si tratta di una lettera di Sacharov, fisico e premio Nobel, inviata a Mikhail Gorbaciov il 4 novembre 1988. All’interno di essa si legge una vera e propria invettiva alla disinformazione operata dalle Istituzioni russe che avrebbero occultato all’epoca dei fatti dettagli sull’incidente. Sostanzialmente emerge che il Politburo sovietico, ufficio del partito comunista, già sapeva che il reattore sarebbe stato destinato ad esplodere. Al di là degli errori umani, infatti, quest’ultimo presentava gravi difetti a livello di progettazione. Circostanza resa nota all’epoca dei fatti durante una discussione con la Commissione istituita proprio all’esito dell’incidente.

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Il capo di quest’ultima affermò, riporta Greenme, che l’errore umano fu acuito da un difetto del reattore.

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