Seconda ondata Coronavirus, Galli: “Contemplati due scenari”

Gli esperti sono divisi in merito al rischio di una seconda ondata del Coronavirus: l’esperto Massimo Galli prova a fare chiarezza. 

Coronavirus
(Getty Images)

Il coronavirus continua a diffondersi nel mondo ad un ritmo notevole. I casi confermati su tutto il pianeta sono più di 8 milioni mentre i decessi accertati sono 440mila. Gli esperti stanno lavorando incessantemente per trovare un vaccino e arrestare così la corsa del virus. In alcuni paesi come Cina e Italia la situazione è abbastanza sotto controllo: l’esplosione di alcuni focolai ha però allarmato la popolazione. In molti temono il rischio di una seconda ondata forte e aggressiva come quella di marzo/aprile. Massimo Galli, direttore di malattie infettive dell’ospedale Sacco, ha rilasciato alcune dichiarazioni al ‘Corriere della Sera’ analizzando diverse tematiche interessanti.

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Seconda ondata di Coronavirus, le parole di Galli

fase 2 Massimo Galli
Il dottor Massimo Galli Foto dal web

Massimo Galli è stato molto impegnato durante il periodo dell’emergenza. Il direttore di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni al ‘Corriere della Sera’. L’esperto ha parlato del rischio di una seconda ondata dopo l’estate. “Sul piano teorico possono essere contemplati due scenari: una seconda ondata a breve termine a genesi locale e un ritorno dell’epidemia stile influenza in autunno e con numeri importanti”. Galli ha spiegato che il nostro paese non è preparato al contact tracing e ai test. “Per poter limitare i danni nel caso di un ritorno del virus in grande stile e circoscrivere i focolai va ripensata e riorganizzata la medicina territoriale. Il primario ha svelato che solo alcuni farmaci testati hanno mostrato efficacia mentre altri promettenti non sono stati più testati perché fortunatamente non ci sono stati più pazienti da trattare.

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Coronavirus Galli
Il virologo Galli (GettyImages)

Galli ha parlato anche del vaccino. Stando alle sue parole, una volta sperimentato con successo il vaccino dovrà essere prodotto in grandi quantità e distribuito alle persone. Per anticipare il carico di lavoro l’Italia dovrebbe provvedere ad un adeguamento della capacità di garantire le necessarie coperture vaccinali.

 

 

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