Covid, Pregliasco: “Contagi? Bisogna essere prudenti con l’inverno”

Covid, Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, parla dell’aumento del numero dei contagiati: “Ci vuole prudenza”.

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Foto Instagram da https://www.instagram.com/p/CAgNfEoKoOJ/

Il numero dei contagi da coronavirus, in Italia, continua a salire. Ogni giorno, il bollettino, svela un numero superiore a 1000 contagi ma cosa accadrà con l’arrivo dell’autunno? A rispondere alle domande sull’attuale situazione in Italia è Francesco Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano che, in un’intervista rilasciata ai microfoni di I-News, invita tutti alla prudenza e ad osservare tutte le regole adottate durante il lockdown per evitare che la situazione precipiti.

Il virologo parla di una situazione più omogena con un numero dei contagi sostanzialmente simile in quasi tutte le regioni italiane mentre durante la prima ondata, a preoccupare era soprattutto la situazione della Lombardia e del Veneto con numeri altissimi. Il virologo, con l’arrivo della stagione fredda, non esclude un’impennata dei contagi.

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Francesco Pregliasco: “Covid? Non escludo un incremento del numero dei casi durante la stagione invernale”

Prudenza e responsabilità sono le parole che utilizza il virologo Francesco Pregliasco che parla dell’attuale situazione sanitaria italiana dovuta al coronavirus.

“Io mi aspetto un incremento di un numero dei casi nella stagione invernale, anche per la capacità del Coronavirus di nascondersi tra le forme influenzali. La seconda ondata dipenderà da noi, bisogna essere responsabili tutti noi cittadini con le norme basilari che abbiamo già applicate durante il lockdown”, fa sapere Pregliasco ai microfoni di I-News24.

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La preoccupazione principale riguarda la situazione degli ospedali italiani. Un eventuale incremento del numero dei contagiati potrà essere gestito dal sistema sanitario nazionale?

“Finché i casi rimangono pochi, anche se supereremo i tremila casi a settimana in inverno, abbiamo la capacità sanitaria di assistere i pazienti clinicamente più rilevanti con gli spazi di terapia intensiva che sono stati attivati durante la prima ondata”, ha spiegato Pregliasco che ha poi aggiunto come il vaccino non arriverà prima del 2021.

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