Spagna | Torna incubo chiusure | 241 morti in un giorno

Situazione estremamente critica per via della epidemia da Covid in Spagna: morti in un giorno in netta risalita.

Spagna morti Covid
Situazione critica Spagna morti Covid FOTO Getty Images

In diverse parti del mondo la situazione legata alla epidemia di Coronavirus sta diventando di nuovo complicata. In Europa le nazioni più colpite sono Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna. Proprio in quest’ultima il primo ministro Boris Johnson ha annunciato la messa in atto di diversi provvedimenti restrittivi (tra cui zone rosse locali) che potrebbero durare per i prossimi mesi.

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E che hanno come scopo quello di impedire in tutti i modi un aumento significato del numero di contagi giornalieri. Esperti della comunità scientifica e medica britannica fanno sapere che già per il mese di ottobre c’è un rischio enorme in merito a centinaia di migliaia di contagi al giorno. Per quanto riguarda la Spagna, si registrano 241 morti da Coronavirus nella sola giornata di martedì 22 settembre 2020. Questo è il numero di vittime più elevato da quando si è manifestata la seconda ondata. Il numero massimo di persone decedute in un giorno è comunque lontano.

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Spagna morti, il Paese di nuovo in difficoltà per il Covid

Nei mesi scorsi è capitato che, nell’arco i 24 ore, perissero 950 malati. Però ora si riscontrano anche 3125 nuovi infetti in un solo giorno. Anche il governo di Madrid ha imposto l’istituzione di zone rosse in alcune zone. Ma nonostante ciò, ecco arrivare la decisione da parte delle autorità iberiche di diminuire il periodo minimo di quarantena da 14 a 10 giorni. Questa scelta riguarda non chi è direttamente malato ma chi è entrato in stretto contatto con persone affette da Covid 19. A seconda della presenza o meno di sintomi, il periodo al quale dovere sottostare per l’isolamento domiciliare può variare per l’appunto tra i 10 giorni e le due settimane piene.

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Ad ogni modo arrivano notizie davvero poco incoraggianti soprattutto dall’area urbana di Madrid e dintorni. Occorreranno presumibilmente ulteriori sacrifici per riuscire a contenere questa nuova emergenza. E per far si che la stessa non assuma le stesse proporzioni di quanto visto in primavera.

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